classificazione navale
Registro giapponese,30 anni in Italia
Genova - La recente fusione tra Det Norske Veritas e Germanischer Lloyd gli ha probabilmente sottratto la leadership in tema di tonnellaggio classificato; ciò nonostante il Registro navale giapponese, con una flotta di circa 200 milioni gt in prevalenza bulkcarrier,cisterne, gasiere, chimichiere e portacontainer, rimane tuttora uno dei più importanti istituti di classificazione al mondo. Nel frattempo, il numero uno del ClassNk Noburu Ueda (fotoO, alla presenza di una folta rappresentanza di operatori dello shipping genovese, nei giorni scorsi è intervenuto nel capoluogo ligure a Villa Spinola in occasione del trentesimo anniversario dell’ufficio italiano del registro giapponese confermando, di fatto, i rapporti sempre più stretti con l’industria marittima del nostro Paese grazie, in particolare modo alla collaborazione in atto da tempo con il Rina. I primi contatti tra i due enti di classificazione navale risalgono, infatti, al 1939 durante i lavori della conferenza internazionale di Roma che per la prima volta poneva alla ribalta la necessità di avviare una concreta collaborazione tecnica tra le principali società di classificazione navale.
“Il primo agreement operativo – ha ricordato l’attuale presidente dello Iacs (International Association of Classification Societies) e dirigente di Rina Services Roberto Cazzulo – firmato il 1 aprile 1951, poneva già in essere, previo richiesta delle parti- il concetto di reciprocità tra i due Registri nello svolgimento di attività ispettive in Italia e Giappone”. Ulteriori modifiche sono state successivamente introdotte negli anni 1978 e 1988 mentre, nel 2005 l’accordo, già in vigore per le visite statutarie e ispettive alle navi, è stato esteso anche alle unità con doppia Classe di registro.
L’ufficio italiano del registro giapponese, inaugurato nel 1983, ha mosso i primi passi dalla sede di Milano prima del trasferimento a Genova, avvenuto nel 1995 sotto la regia del responsabile dell’epoca, ingegnere Giampaolo Astengo.
Oggi, il 90% delle attività svolte dal Nippon Kaijij Kyokai è assorbito dal settore marittimo (il 10% è dedicato all’industria), il 60% della flotta fa riferimento a interessi giapponesi ( anche quei gruppi armatoriali che battono bandiere di altre amministrazioni come Panama, Liberia e Singapore ndr) mentre il rimanente 40% della flotta classificata è costituita dall’armamento straniero distribuito prevalentemente tra Compagnie di Taiwan, Hong Kong, Grecia, Tailandia e Turchia.
Angelo Marletta
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