Port City, ho fatto un sogno: riprendetevi la chiave
Genova - Port City, primavera 2012 (bis). Liberalizzare il traffico ferroviario per creare a Genova una base efficiente delle ferrovie tedesche, sarebbe una scelta molto importante, anche se fastidiosa per molti detentori di rendite di posizione. E’ corretto sanzionare la violazione del diritto della concorrenza , ma senza dimenticare la vocazione professionale dell’agente marittimo, che deve operare sulla base di tariffe predeterminate anche a garanzia dell’interesse pubblico. E ancora: va bene la Torino-Lione per creare le infrastrutture europee anche se non c’è il traffico; ma non ha senso ritardare la costruzione del Terzo valico, unica opera al servizio della crescita. In piena strategia della confusione, si alza forte la voce a difesa della verità. “Industria e porto hanno bisogno di presìdi, non di professori e prèsidi”, tuona il Cardinal Bagnasco, preoccupato per la rassegnata involuzione e il fallimento della politica portuale a Genova.
C’è spazio per contendere traffico ai porti del Nord Europa prima che sia troppo tardi, oppure la partita per il Mediterraneo (e per Genova) è chiusa? E’ possibile offrire a Genova una prospettiva di unico porto corridoio che miri si alla pianura padana, ma che pensi anche ai traffici internazionali cercando di internazionalizzarsi e di eliminare un po’ di consociativismo? Zero risposte. Tutti radenti al muro dell’omertà per evitare gli intrighi di Palazzo, le congiure dei salotti, i colpi di mano dei Consigli di amministrazione. Mosso da un sussulto di dignità, il nuovo sindaco cerca di conquistare una propria autonomia personale all’interno di un processo condiviso. Come valorizzare le relazioni con Siemens, Ericsson, Ibm, Abb, Fincantieri e Rina? Un paio di multinazionali, telefonano a Tursi per far sapere di essere pronte ad investire a Genova in traffici e linee, a patto che il porto non costituisca un fastidio per i proliferanti “club dei no”.
La conferma arriva da Francoforte. “Stiamo parlando di un off dock e di un inland port nel cuore dell’Europa”, svelano durante una conferenza stampa Gianluigi Aponte, patron di Msc e Alexander Hedderik, ceo di DB Shenker. La stessa Maersk, stancamente impegnata nella realizzazione del terminal di Vado, annuncia un’intesa con Ericsson e con il Dist dell’Università per ideare una piattaforma portuale di nuova generazione, un approdo fortemente automatizzato e gestito solo da tecnici e ingegneri.
Scavalcando le piazze invase dalle fazioni ormai ferocemente contrapposte e facendosi largo in un Consiglio comunale assediato dalle consorterie e dai grillini, il nuovo sindaco rompe gli indugi, convoca il ministro Passera, illustra la visione di futuro concordata con i vertici dell’Autorità portuale e spiega che accetterà il mandato solo se vincolato alla concreta realizzazione del progetto che ritiene vincente.
1) Realizzazione del Terzo Valico dei Giovi entro tre anni, in virtù di un accordo con Cassa Depositi e Prestiti, Mediobanca, UniCredit, Intesa, Impregilo Siemens, Msc e Maersk (è preferibile l’alleanza con i poteri forti internazionali che essere schiavizzati dalle piccole consorterie genovesi…);
2) realizzazione della Gronda di ponente, senza alcun ulteriore dibattito pubblico;
3) trasferimento dell’aeroporto a Tortona/Novi Ligure, appena completato il Terzo valico (la fermata dell’aeroporto sarebbe la prima dopo Genova-Principe, come accade nelle città europee);
4) raddoppio del terminal di Rivalta Scrivia, per sostenere il nuovo traffico portuale (circa 15 milioni di teu nel 2020);
5) intesa con DB Schenker, Msc, Maersk e Culmv di Genova (nel frattempo trasformata a seguito dell’ingresso nel suo capitale delle principali banche e compagnie di traffico) per la costruzione e la gestione di un nuovo terminal a Voltri, con tecnologie Ericsson e Siemens, riproponendo la localizzazione a suo tempo bocciata da Comune e Regione;
6) inaugurazione di una zona franca industriale e tecnologica, un off shore per le imprese che si insedieranno a Genova;
7) costruzione di un inland port a Basilea, promosso da Autorità portuale e Culmv con Implenia, Ferrovie svizzere e Ubs.
8) sul fronte cittadino, immediata sospensione dei lavori della Metropolitana, cessione delle quote di Iren al prezzo migliore, riassetto della macchina comunale, decoro, sicurezza e manutenzione.
E’ un messaggio forte e nobile quello che si leva inaspettatamente dalla Sala Rossa di Tursi: lavorare e produrre, riconquistare benessere e frenare marginalità e povertà. L’uomo che chiede il sostegno della città cita i grandi riformisti genovesi, da Carlo Canepa a Nino Ronco e Pietro Chiesa. Sviluppo e lavoro, non tasse e inutili liberalizzazioni. Chiede sostegno. E la città decide di seguirlo.
PS. Ho fatto un sogno: riprendetevi la chiave.
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