In evidenza
Blue Economy
Shipping
Transport
Blog
L’analisi

Industria del cemento, il costo del Fit for 55 varrà tre quarti delle entrate

La S&P Global Ratings ha pubblicato due studi sulla decarbonizzazione del settore del cemento in Europa. Il primo documento analizza le misure che i principali operatori europei stanno adottando per decarbonizzare le proprie attività

Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Il cementificio di Piacenza

 

New York – La S&P Global Ratings ha pubblicato due studi sulla decarbonizzazione del settore del cemento in Europa. Il primo documento analizza le misure che i principali operatori europei stanno adottando per decarbonizzare le proprie attività, oltre alle implicazioni finanziarie e operative alla luce degli obiettivi dell’Unione europea di riduzione delle emissioni.

Nel secondo rapporto, S&P delinea un’analisi di scenario delle potenziali implicazioni sui rating delle aziende del comparto di una normativa Ue più stringente in termini di emissioni di anidride carbonica, basandosi su dati proprietari.

In particolare, l’analisi di scenario di S&P ha rilevato che i costi annuali legati al carbonio potrebbero raggiungere in media il 75% dell'Ebidta delle aziende europee del comparto, nell'ipotesi di una completa eliminazione delle quote di emissione.

La S&P ha inoltre riscontrato che le aziende produttrici di cemento con elevate emissioni e alte quote di attività nell'Ue potrebbero subire pressioni significative sulla redditività dopo il 2027.

La diversificazione geografica e la disponibilità di tempo e di risorse per adattarsi operativamente e finanziariamente potrebbero però rappresentare un sostegno al credito delle aziende cementiere, mentre una domanda sostenuta e la limitata disponibilità di sostituti al cemento dovrebbero consentire un significativo trasferimento dei costi, potenzialmente allentando le pressioni sulla redditività.

I maggiori produttori di cemento dell’Ue si sono impegnati a ridurre le proprie emissioni di CO2 scope 1 per tonnellata di cemento di circa il 30% entro il 2030, rispetto al 1990, principalmente tramite una maggiore efficienza termo-energetica e al passaggio ad altri combustibili.

S&P ritiene che questo obiettivo sia raggiungibile e comporti costi ragionevoli. Oltre il 2030, un calo significativo delle emissioni può essere ottenuto solo attraverso una riduzione della domanda (ovvero con una maggior efficienza del prodotto) e un’accelerazione sul fronte della cattura e dello stoccaggio del carbonio.

Le tecnologie necessarie sono ancora in fase di prototipo o sviluppo, in attesa di investimenti infrastrutturali significativi che ne sostengano la diffusione. Rimane quindi incerto se il settore possa raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

La proposta di regolamento Ue Fit for 55, che mira a una riduzione delle emissioni carbonio del 55% entro il 2030, potrebbe portare a una fornitura molto più ridotta di quote di emissione gratuite per le aziende cementiere.

Senza una loro riduzione significativa, i costi legati alla CO2 aumenteranno sensibilmente.  Inoltre, sebbene la decarbonizzazione del settore presenti comporti molte sfide, va considerata anche una serie di fattori mitiganti che potrebbero proteggere gli operatori più efficienti.

Le alternative di sostituzione del cemento sono attualmente limitate e la domanda dovrebbe rimanere strutturalmente stabile. L'insieme di questi fattori potrebbe consentire alle aziende di trasferire i costi più elevati sui clienti, ma la S&P ritiene che la pressione sulla redditività sia ancora elevata.

I rating attuali di S&P sulle aziende cementiere europee tengono conto di significative incertezze legate alle future tecnologie climatiche, agli sviluppi di mercato e alle iniziative normative e politiche.

La S&P ritiene che i profitti, le posizioni competitive e i flussi di cassa delle aziende cementiere europee siano potenzialmente più vulnerabili all'obiettivo dell'Ue di accelerare la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 (rispetto al 1990).

Il Fit for 55 chiede una riduzione delle quote di emissione gratuite e un aumento dei costi del carbonio nei settori con le emissioni più elevate. La S&P ha inoltre riscontrato che le aziende produttrici di cemento con elevate emissioni e alte quote di attività nell'UE potrebbero subire pressioni significative sulla redditività dopo il 2027.

La diversificazione geografica e la disponibilità di tempo e di risorse per adattarsi operativamente e finanziariamente potrebbero rappresentare un sostegno al credito delle aziende cementiere.

S&P ritiene inoltre che una domanda sostenuta e la limitata disponibilità di sostituti al cemento dovrebbero consentire un significativo trasferimento dei costi, che potrebbe allentare la pressione sulla redditività.

I commenti dei lettori