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Shipping Forwarding & Logistics meet Industry

Rimorchi refrigerati, l’allarme degli esperti: “Parco obsoleto, così il cibo è a rischio”

“Obsoleti, inquinanti, scarsamente efficienti in termini energetici”: sono i rimorchi e semirimorchi refrigerati destinati al trasporto di alimenti per le tavole degli italiani, secondo quanto emerge dal Libro bianco dall’Oitaf, l’Osservatorio sul trasporto di alimenti e farmaci

di Alberto Quarati
2 minuti di lettura

Genova – “Obsoleti, inquinanti, scarsamente efficienti in termini energetici”: sono i rimorchi e semirimorchi refrigerati destinati al trasporto di alimenti per le tavole degli italiani, secondo quanto emerge dal Libro bianco dall’Oitaf, l’Osservatorio sul trasporto di alimenti e farmaci che unisce mondo accademico e operatori del settore.

L’analisi, presentata a Genova in occasione dell’evento Shipping Forwarding & Logistics meet Industry ed effettuata sui 17.529 mezzi trainati presenti in Italia fra rimorchi e semirimorchi per il trasporto a temperatura controllata, dice che la loro età media è di 16,4 anni a livello nazionale, più bassa nel Nord Est (13,9) e più alta (17,4) al Sud, dove si concentra il 44,8% del parco: "Una flotta - dicono dall’Oitaf - costituita in massima parte da mezzi già declassati, nonostante da diversi anni siano presenti sul mercato soluzioni avanzate che consentono di efficientare consumi ed emissioni di anidride carbonica, e garantire la sicurezza dei prodotti alimentari”.

Il documento sottolinea che oltre il 60% dei mezzi esaminati è di aziende con un solo mezzo. In Liguria sono 220 (70 rimorchi, cioè quelli attaccati alla motrice per mezzo di un gancio - e 150 semirimorchi, cioè i trainati che si appoggiano al sedile di trazione della motrice, la “coda” del camion) di cui 110 a Genova, 58 a Savona, 49 a Imperia e tre alla Spezia. L’età media del parco ligure è 16,8 anni, e il 53,1% ha oltre 15 anni.

Nella regione ci sono 88 flotte di mezzi, di cui 53 costituite da un solo veicolo e una sola flotta nella classe fra 31 e 50 mezzi: “L’attenzione su questi trasporti è alta - spiega Tiziana Altieri, curatrice del Libro bianco - per questioni di efficienza energetica e consumi, ma anche per via della qualità dei prodotti surgelati che arrivano sulle nostre tavole. In termini di sicurezza stradale i mezzi più vecchi per esempio non sono ancora dotati non dico del controllo della stabilità, ma nemmeno dell’Abs sui freni, mentre in 15 anni in termini di efficienza sono stati fatti dei passi da gigante. I vecchi trainati per esempio sono pesanti, hanno una scarsa coibentazione. Col risultato che la merce a bordo diventa o troppo surgelata se caricata vicino ai refrigeratori, o troppo poco, se si trova vicino ai portelloni: possono esserci nello stesso ambiente differenze anche di quattro o cinque gradi, che possono compromettere le qualità organolettiche del prodotto”.

Un parco mezzi più moderno significa meno consumi per l’autotrasportatore: questa flotta così vetusta impatta sul prezzo della merce all’utenza finale? "Direi di no - dice Altieri -. Perché nella catena logistica l’autotrasportatore è l’anello più compresso, che molto spesso opera con tariffe molto basse perché si trova dover mediare con una committenza contrattualmente molto più forte di lui. I temi riguardano la sicurezza stradale, l’ambiente e la qualità del prodotto. Penso che uno strumento valido sarebbe quello - conclude Altieri - di estendere gli incentivi per l’acquisto di nuovi mezzi dalle motrici anche ai trainati refrigerati”. —

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