Trasporti e sicurezza, la scelta fondamentale è sempre la qualità
Ferretti: «C’è ancora poca informazione sui sigilli, ma quelli di nuova generazione fanno la differenza»

«Il sigillo era un pezzo marginale della catena logistica, ma oggi è diventato fondamentale», afferma Bruna Ferretti, amministratrice e direttrice progetti speciali di Etti Sicurezza, startup che ha fondato quattro anni fa dopo 25 anni di esperienza lavorativa nel settore. Etti ha 12 dipendenti e produce, assembla e stampa 70 milioni di pezzi all’anno, fra sigilli, borse, buste, etichette e nastri di sicurezza.
Che cosa è cambiato nel settore dei sigilli?
«Accanto al tradizionale sigillo meccanico - risponde Ferretti - si stanno diffondendo nuove tecniche anche in questo settore, come l’Rfid e il sigillo satellitare. Sono due i momenti che hanno segnato la diffusione dei sigilli tecnologici negli ultimi anni. Il primo è l’11 settembre 2001 e l’allarme sicurezza che ne è seguito. Basta pensare che la norma Iso sui sigilli è del 1977, ma è stata tirata fuori dal cassetto soltanto nel 2003. Il secondo grande cambiamento è l’abbattimento dei costi che c’è stato negli ultimi cinque anni».
Che cosa resta da fare?
«Sono appena tornata dalla fiera dello shipping e dell’intermodalità di Rotterdam. E’ confermato che il container resta il protagonista del mercato, muove tantissima merce. Per questo si stanno diffondendo strumenti informatici per la sua gestione. L’utilizzo dei sigilli con Rfid e satellitare è dovuto al fatto che, secondo quanto è stato accertato, nel 25 per cento dei casi di lettura manuale del numero del sigillo viene commesso un errore, che poi si trasmette sui documenti che viaggiano con il container come il bill of lading, il documento di trasporto o la fattura. L’errore può essere dovuto a una manomissione del sigillo, per cui il numero non combacia più con quello dei documenti, oppure a un errore di lettura, o ancora alla mancata scrittura del numero sul documento. Quando c’è un errore, la procedura si blocca finché non viene chiarito tutto».
Come si può risolvere questo problema?
«A Rotterdam si è visto che le nuove tecniche sono sempre più importanti. Il loro uso permette controlli automatizzati. E’ un cambiamento simile a quello che fu introdotto con il codice a barre negli anni 1970, di cui non si capì subito l’importanza, così il brevetto fu venduto per pochi soldi a Ibm. Una delle tecniche che si usa per i sigilli è l’Rfid, la radiofrequenza, che era già utilizzata durante la seconda guerra mondiale, ben prima della nascita del codice a barre. Ma per decenni non fu sviluppata perché i prezzi non erano competitivi».
Il problema dei prezzi pesa ancora?
«C’è ancora poca informazione sui sigilli. Ad esempio c’è chi pensa che i sigilli Rfid possano essere tracciati con i satelliti. E anche sui prezzi si cerca di spendere il meno possibile, ma non si tiene conto che ogni tipo di spedizione ha bisogno di un tipo di sigillo differente. I vantaggi dei nuovi sigilli sono che la merce, rispetto al sigillo meccanico, passa più rapidamente alla frontiera, dà informazioni in tempo reale sul trasporto e velocizza le procedure, per cui un camion può fare due viaggi al giorno invece di uno solo. C’è poi il tag antitaglio, che avverte in caso di manomissione. Comunque, anche se il sigillo meccanico continua a costare molto meno, il prezzo dei sigilli tecnologici sta scendendo. L’etichetta Rfid costava 50 centesimi fino a 5 anni fa e oggi ne costa 8. C’è stato un boom partito dal settore dell’abbigliamento. Fece impressione un video che mostrava come in 5 secondi venivano registrate cento paia di pantaloni grazie all’Rfid, mentre prima si dovevano passare i codici a barre uno per uno».
Quali sono le principali categorie di sigilli?
«Il più semplice è il sigillo meccanico, monouso, che avrà sempre un suo mercato e che fino a 5 anni fa rappresentava il 99 per cento del totale. Oggi si assiste a un cambiamento verso i sigilli intelligenti, più complessi e riutilizzabili, ossia l’Rfid, che si legge con un’antenna, e quello satellitare, che attraverso un satellite comunica dove si trova il container e se è stato aperto. Gli operatori stanno cercando di orientarsi per capire qual è il più adatto per loro».
E il futuro?
«Come Etti stiamo sperimentando un sistema rivoluzionario sulla Nuova via della seta. Si tratta di sigilli intelligenti, ma usa e getta. E’ ancora costoso, ma siamo agli albori di questa ricerca».
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