Savona, fermata in porto una carretta del mare russa
Prima la notizia dell’approdo in porto di una nave russa, con gravi problematiche di sicurezza. Poi le ispezioni della Capitaneria di porto, della Polizia marittima e, di seguito, l’arrivo dell’ispettore del sindacato dei marittimi, Itf
Silvia Campese
Savona - Prima la notizia dell’approdo in porto di una nave russa, con gravi problematiche di sicurezza. Poi le ispezioni della Capitaneria di porto, della Polizia marittima e, di seguito, l’arrivo dell’ispettore del sindacato dei marittimi, Itf. Sino alla comunicazione finale: il fermo (il termine tecnico è “detenzione”) da parte della Capitanerie della nave russa "Sheksna" all’interno del porto di Savona. È stata una giornata concitata, quella di ieri, per la città. Le tensioni sono iniziate sin dal mattino, con l’arrivo della nave "Sheksna", proveniente da Capo Verde, in viaggio dal 29 giugno scorso. Un arrivo, questo, che era stato preceduto da una serie di alert, di segnalazioni, inviate dalle Capitanerie dei porti degli approdi precedenti, per gravi carenze strutturali.
Da qui, la preoccupazione, a Savona, per la situazione che si sarebbe potuta trovare a bordo. I primi a chiedere aiuto erano stati proprio loro, i membri dell’equipaggio, prima di scendere a terra. Si tratta di nove russi, tra cui una donna, che ricopre le mansioni della cuoca. Varie le età presenti: un ragazzo giovane, 22 anni, ma anche alcuni uomini più anziani. Erano stati loro a contattare il sindacato dei marittimi, Itf, evidenziando una situazione drammatica. Ieri, i timori sono stati confermati e riguardano due piani: prima di tutto il tema della sicurezza, ma anche quello della tutela sindacale dei lavoratori. La nave, che risale agli inizi degli anni Novanta e che trasporta circa 2.300 tonnellate di riso, non ha mai ricevuto interventi di manutenzione: presenta lamiere arrugginite, un radar fuori uso e un altro parzialmente danneggiato, oltre alla connessione internet solo satellitare.
Una situazione che è stata verificata dalla Capitaneria di porto e che è stata confermata dall’agenzia marittima Saidelli. Scaduta, poi, l’assicurazione della nave, di 80 metri, con corpo snello, ideale per navigare e risalire anche i laghi e i fiumi ghiacciati dell’Europa del Nord: "Le condizioni igieniche, a bordo, sono scarse e la cambusa non è certo ricca - ha detto la sindacalista Livia Martini, coordinatore provinciale Itf -. Soprattutto, però, l’equipaggio non riceve alcun pagamento da circa sette mesi". La nave, della compagnia Dartija Transport di origine russa, batte ora bandiera cameruense: "Abbiamo spiegato ai membri dell’equipaggio - dice Martini - che potranno essere rimpatriati a spese del sindacato. Starà a loro decidere cosa fare: è chiaro che si tratta di un equipaggio assai competente, ma decisamente sfruttato. In caso scelgano di restare a bordo, sino alle decisioni definitive a proposito del destino della nave, riceveranno il sostegno sanitario e umanitario da noi e dai soggetti preposti".
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