Materie prime in frenata, l’industria può respirare
Il prezzo del gas inanella l’ennesimo primato: ieri al mercato di Amsterdam, riferimento in Europa, ha toccato il nuovo massimo a 241 euro per megawattora. La tendenza è netta e generale, e sta riportando a valori storici i prezzi dei metalli, dei prodotti agricoli e persino del petrolio

Genova - Il prezzo del gas inanella l’ennesimo primato: ieri al mercato di Amsterdam, riferimento in Europa, ha toccato il nuovo massimo a 241 euro per megawattora. La tendenza è netta e generale, e sta riportando a valori storici i prezzi dei metalli per uso industriale, dei prodotti agricoli e persino del petrolio. Questo promette forse di far rientrare l’onda dell’inflazione? I pareri degli analisti sono divisi. Massimo Siano, che a Zurigo con la società 21Sharesne fa commercio a livello mondiale spiega che "l’attività delle miniere non si può riavviare con un pulsante. Hanno costi fissi molto alti, per cui se la domanda di metalli crolla, come è successo durante la pandemia, la maggior parte delle miniere non rallenta l’attività ma la interrompe del tutto. Poi riavviarla è una faccenda lenta, quando l’economia riparte. È per questo che all’avvio di una ripresa può verificarsi una fiammata dei prezzi delle materie prime. Ma nel giro di mesi la situazione si normalizza".
Chiediamo a Siano se possa avere un ruolo, nella domanda più debole di materie prime, anche l’aumento dei tassi di interesse deciso in Europa e in America. Ma su questo è scettico: "Per adesso, il rincaro del denaro è modesto e non può influire granché". La vede in altro modo Fabio Sdogati, docente di economia internazionale al Politecnico di Milano: "L’inflazione è partita un paio d’anni fa e ci metterà un altro paio d’anni a rientrare". Ma perché le materie prime stanno calando di prezzo? "Ci sono tre motivi - risponde Sdogati -. Primo. Quando le quotazioni delle materie prime salgono, se la tendenza si consolida, i direttori degli acquisti delle aziende industriali tendono a premunirsi contro ulteriori rincari, comprando più materiali di quelli di cui hanno bisogno nell’immediato. Ma arriva il momento in cui i magazzini sono pieni e il surplus va smaltito. E il momento è adesso. Secondo, gli operatori si aspettano una recessione in Europa, soprattutto in Germania. Terzo, nel mondo la maggior parte delle materie prime passa di mano attraverso mercati finanziari in cui la speculazione accentua ogni movimento, che sia al rialzo o al ribasso, come avviene ora".
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