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Paolo Cervetti: “ItalCoke fuori dalla crisi, nel futuro c’è l’energia. Entro giugno rimborso alle imprese creditrici” | INTERVISTA

“Italiana Coke è fuori dalla crisi. Nel futuro c’è l’energia e nuovi progetti per diversificare l’attività”: l’amministratore delegato Paolo Cervetti si lascia alle spalle anni difficili e punta a trasformare l’impianto in un polo industriale ad alta tecnologia

di Luisa Barberis
2 minuti di lettura

Gli impianti dell'Italiana Coke, alle spalle di Savona

 

Cairo Montenotte – “Italiana Coke è fuori dalla crisi. Nel futuro c’è l’energia e nuovi progetti per diversificare l’attività”: l’amministratore delegato Paolo Cervetti si lascia alle spalle anni difficili e punta a trasformare l’impianto in un polo industriale ad alta tecnologia.

Superate le difficoltà, com’è il quadro adesso?
“Nel 2022 Italiana Coke ha chiuso il concordato di continuità e per il quarto semestre consecutivo è in equilibrio economico e finanziario. A giugno si completerà il rimborso delle imprese creditrici, in particolare valbormidesi. Con il sistema bancario è stato concordato un percorso più lungo. Di fatto tutti hanno accertato che siamo tornati in sicurezza”.

Paolo Cervetti, amministratore delegato della Italiana Coke

 


Eppure i sindacati continuano a considerarla una vertenza del Savonese. Come mai?
”Non lo capisco. Siamo gli unici ad aver gestito un periodo di crisi pesante senza ricorrere alla cassa integrazione. Non ci sono stati licenziamenti e non abbiamo mai ritardato gli stipendi, anzi abbiamo ripristinato i premi di risultato che nel complesso cubano 500 mila euro. Ora avremmo bisogno di tecnici, ma non li troviamo”.

Producete energia in eccesso e avete un accordo con un partner che la acquisterà a prezzo fisso. Il modello è replicabile nel Savonese?
“Lo propongo da anni. Veniamo identificati come una fabbrica di coke, siamo anche un importante produttore di energia. Stiamo organizzando un incontro con le pubbliche amministrazioni e le imprese del territorio. Siccome sono arrivate grida di aiuto dai nostri clienti, ci siamo messi a disposizione per fornire non solo coke, ma anche energia. Produciamo 120 milioni megawatt per l’esterno: un terzo è a base, in particolare 15 li abbiamo riservati ai nostri clienti e altri 15 sono in attesa di essere fissati. Vorremmo lavorare nel Savonese: esportiamo all’estero il 70% del nostro coke, ma siamo qui”.

Come procede l’adeguamento ambientale della cokeria?
”Abbiamo rifatto la pavimentazione, il sistema antincendio, è arrivata una nuova spazzatrice da 600 mila euro. Sono state montate le centraline per il monitoraggio in continuo ai camini e sono in fase di taratura. Gli investimenti non seguono solo le prescrizioni della Provincia, lavoriamo in autonomia attraverso un reparto di ricerca e sviluppo sofisticato”.

Un aggiornamento su Funivie. Quanto è attesa la ripartenza da Italiana Coke?
”Questa è una crisi aziendale. Funivie è in condizioni di continuare e a Italiana Coke i vagonetti servono: per trasferire 600 mila tonnellate di carbone dal Tafs a Bragno con i camion serve tempo e, con i noli che costano tanto, non poter usare i vagonetti è una spesa”.

Il futuro di Italiana Coke?
”Coke e nuovi progetti. Ci hanno cercato varie aziende per ragionare insieme su come meglio trattare i prodotti difficili per l’ambiente, come depurare le acque, come meglio usare l’energia elettrica. Continuiamo a esser un laboratorio in cui fare ricerca e sviluppo: finiremo un lavoro con Paul Wurth che cerca di ridurre l’impatto delle acciaierie. In molti ci sollecitano a studiare le materie prime seconde (derivanti dal riciclo della plastica, ndr) nei processi di distillazione del coke. Si può fare, ma l’iter per la sperimentazione è in stand by per il confronto tra Provincia e ministero”.

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