Il Rina accelera sul partner finanziario: in pole il fondo partecipato dalla Cassa Depositi e Prestiti
Il Rina viaggia rapidamente verso il riassetto azionario. Il piano prevede che il nuovo socio venga imbarcato già quest’estate o subito dopo. In pole ci sarebbe il Fondo Italiano Investimento controllato al 55% da Cassa Depositi e Prestiti
di Gilda Ferrari
Ugo Salerno, amministratore delegato del Rina (© balostro)
Genova – Il Rina viaggia rapidamente verso il riassetto azionario. Il piano prevede che il nuovo socio venga imbarcato già quest’estate o subito dopo. In pole ci sarebbe il Fondo Italiano Investimento controllato al 55% da Cassa Depositi e Prestiti, ma i pretendenti a cui fa gola la multinazionale nata come spin off del Registro Navale Italiano sono più d’uno: “Un paio di fondi d’investimento italiani, qualche family office e due fondi esteri” avrebbero messo gli occhi sul deal, racconta una fonte vicino al dossier. L’interlocutore più attivo, nonché il meglio posizionato, sarebbe la sgr controllata da Cdp e partecipata dai grandi gruppi bancari italiani, da Intesa e Unicredit a Bper e Bpm, come rivelato anche da Mf. La ricerca del partner finanziario è stata avviata dal Rina, il gruppo genovese guidato da Ugo Salerno, qualche mese fa, in funzione del fatto che la società detiene circa un terzo di azioni proprie dopo avere liquidato, alla fine dello scorso anno, il socio Naus, veicolo controllato dai fondi Vei Capital e Nb Renaissance che deteneva il 27% del capitale Rina. Da quel momento l’obiettivo è stato trovare un nuovo partner finanziario, per due ragioni fondamentali: “Da un lato - spiegano fonti finanziarie - l’arrivo di un fondo è funzionale a supportare nuove operazioni di acquisizione, dall’altro sono altrettanto utili le relazioni nazionali e internazionali che una grande realtà finanziaria può garantire al gruppo”. Archiviato il 2022 con un fatturato di 636 milioni di euro e un Ebitda a 85 milioni, il Rina stima di raggiungere un giro d’affari pari a 750 milioni quest’anno e, secondo fonti qualificate, “non ha in progetto nuove acquisizioni a breve, cioè quest’anno”. Dal prossimo anno tuttavia la crescita per linee esterne tornerà sul tavolo, tanto è vero che sono già in corso una serie di valutazioni “focalizzate prevalentemente sul mercato americano, relativamente a società di ingegneria e di certificazione». E non sono nemmeno da escludere operazioni in Europa, «qualora si presentassero opportunità da cogliere”. L’ultimo colpo messo a segno è stato l’acquisizione della statunitense Patrick Engineering, società basata a Chicago attiva nella consulenza ingegneristica per infrastrutture, trasporti, energie rinnovabili. Tornando al Fondo Italiano Investimenti, se l’operazione troverà conferma il progetto prevede la cessione di una quota intorno al 30% “e - dice la fonte vicina al dossier - per il momento non è previsto un incremento di tale quota, se non in funzione di una eventuale possibilità, in futuro, a fronte di un aumento di capitale”. L’ingresso darà comunque nuovo slancio alla società che impiega 5.300 persone nel mondo e che progetta di assumerne altre mille quest’anno, di cui 500 in Italia. Secondo fonti finanziarie l’attuale valorizzazione del Rina potrebbe attestarsi intorno ai 900 milioni di euro: partendo da questa ipotesi, la cessione del 30% alla società guidata da Davide Bertone potrebbe valere intorno ai 270 milioni di euro.
Appare invece lontana un’eventuale quotazione in Borsa. Contrariamente ai rumors, fonti qualificate spiegano che al momento il Rina "non ha alcun interesse ad andare sul mercato azionario”. Il progetto, studiato qualche tempo fa, “non è mai stato avviato e non è sul tavolo al momento, semplicemente perché non serve”. Tanto più che il periodo non è dei migliori. Il gruppo aveva ipotizzato lo sbarco a Piazza Affari in occasione della diffusione del bilancio 2020, ma da allora lo scenario è mutato e così pure le esigenze. Ora la priorità è trovare un nuovo assetto azionario entro l’inizio dell’autunno e da lì ripartire, solidi, verso nuove acquisizioni negli Stati Uniti.
I commenti dei lettori