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Cave e miniere, attività in calo del 6,2% in Italia

Roma - Lo rileva l’Istat nel report “Le attività estrattive da cave e miniere”, relativo agli anni 2015 e 2016.

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Roma - Diminuisce in Italia il numero di cave e miniere. Lo rileva l’Istat nel report “Le attività estrattive da cave e miniere”, relativo agli anni 2015 e 2016. Nel dettaglio, nel 2016 sono presenti in Italia 5.273 siti estrattivi attivi e non attivi nell’anno (5.137 cave e 136 miniere), il 6,2% in meno rispetto al 2015. Circa un quarto dei Comuni italiani (2.013) ha almeno un sito estrattivo. I siti attivi produttivi nell’anno sono 2.295 (2.227 cave e 68 miniere) dai quali si estraggono complessivamente circa 167,8 milioni di tonnellate di minerali non energetici (-3,2% rispetto al 2015). Le estrazioni nazionali, comprese le acque minerali, sono costituite per l’83,8% da minerali da cave, con 154 milioni di tonnellate (-3,2%% rispetto al 2015); l’aggregato «calcare, travertino, gesso e arenaria» è il più rappresentativo (48,6% del totale estratto dalle cave). Circa il 44% delle estrazioni nazionali da cave si concentra nel Nord del Paese (68 milioni di tonnellate); in testa la Lombardia, per numero di cave in produzione (273) ed estrazioni (14,4% dei prelievi totali).

Risultano tendenzialmente stabili rispetto al 2015 le estrazioni di minerali solidi da miniere, con 13,7 milioni di tonnellate. In prevalenza - spiega il report Istat - sono estratti «minerali ceramici e industriali» (5,7 milioni di tonnellate) e «marna da cemento» (5,5 milioni di tonnellate). Il 58,5% del totale nazionale proviene da Sardegna, Toscana e Umbria.
Fra i minerali da miniera, le estrazioni di acque minerali ammontano a 16,2 milioni di metri cubi, e sono concentrate per il 57% al Nord. Fra le regioni, la Lombardia ha i maggiori prelievi con quasi 3,3 milioni di metri cubi, seguono Piemonte e Veneto che insieme rappresentano il 50,7% del totale nazionale. Gli indicatori di pressione ambientale Densità dei siti estrattivi attivi (Dse) e Intensità di estrazione (Ie) mostrano a livello comunale, per il 2016, che il 40% dei comuni con siti estrattivi attivi registra una pressione medio-alta, per la presenza di più di 5 siti. Nel 39,4% dei comuni con siti estrattivi attivi produttivi sono estratte fra 1.000 e 10 mila tonnellate per Kmq. Quasi la metà di tali comuni si trova al Nord. Secondo gli indicatori di pressione territoriale - che misurano il fenomeno estrattivo in comuni costieri, con aree protette e con aree a rischio idrogeologico (alluvioni e frane) - il 19,6% delle estrazioni nazionali avviene in comuni costieri, con percentuali più alte nelle Isole (40%) e al Sud (37,7%). In numerose regioni si registra una rilevante presenza di attività estrattive in aree esposte a rischi naturali (Liguria, Molise, Umbria, Sicilia, Valle d’Aosta, Marche, Toscana).

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