Sorgenia, il cerchio si stringe: il Cda ha analizzato le offerte d'acquisto
Secondo fonti finanziarie, F2i avrebbe presentato l'offerta più alta (complessivamente superiore al miliardo) e a questo punto le banche che controllano il gruppo in vendita potrebbero mettere in concorrenza le due cordate

Il logo di Sorgenia
Milano - In dirittura d'arrivo il processo di vendita di Sorgenia: il Cda della holding, in mano alle banche già creditrici che controllano il gruppo dell'energia, ha analizzato le offerte di acquisto e il processo, a quanto si apprende, potrebbe avere tempi molto brevi. Anche prima della fine dell'anno. In lizza ci sono Iren, il gruppo inglese ContourGlobal, A2a in consorzio con la ceca Eph e F2i assieme agli spagnoli di Asterion. Favorite le ultime due: F2i perché probabilmente in grado di offrire il prezzo più alto, A2A perché avrebbe come finanziatore anche la Cassa depositi e prestiti. Questo è un particolare non indifferente, che assicurerebbe una certa "italianità" dei proprietari della società ex Cir o che almeno equilibra la presenza del gruppo ceco di Daniel Kretiniski, molto attivo nell'acquisire partecipazioni in tutta Europa ma che ha nel settore dell'energia il suo caposaldo. E che, se dovesse acquisire anche solo parte di Sorgenia, potrebbe diventare una dei maggiori operatori a ciclo combinato del continente.
Secondo fonti finanziarie, F2i avrebbe presentato l'offerta più alta (complessivamente superiore al miliardo) e a questo punto le banche che controllano il gruppo in vendita potrebbero mettere in concorrenza le due cordate. Nata come Energia spa per iniziativa di Cir (De Benedetti) nel 1999 e divenuta Sorgenia con l'arrivo degli austriaci di Verbund 7 anni più tardi, l'utility simbolo della liberalizzazione del mercato dell'energia in Italia è passata di mano dai soci italo-austriaci alle banche creditrici nel luglio del 2014, con un'iniezione di nuovo capitale da 600 milioni da parte di Mps, Ubi, dell'allora Banco Popolare, di Intesa, Unicredit e dell'allora Bpm.
A gestire il processo di raccolta delle offerte sono stati Lazard e Colombo Associati, ma il nodo principale da sciogliere resta ancora quello di Tirreno Power, sotto processo dallo scorso 31 gennaio per accusa di disastro ambientale a Vado Ligure (Savona).