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La Spezia, appalto da 55 milioni di euro per molo crociere e cabina elettrica

Il porto della Spezia di fronte alle sfide di un futuro sempre più incerto, tra pandemia e crisi internazionale. Le soluzioni non sembrano a portata di mano, ma il porto della Spezia puntando sull'efficienza, la digitalizzazione e aggiornando le modalità operative potrà continuare a crescere

Laura Ivani
2 minuti di lettura

La Spezia - Il porto della Spezia di fronte alle sfide di un futuro sempre più incerto, tra pandemia e crisi internazionale. Le soluzioni non sembrano a portata di mano, ma il porto della Spezia puntando sull'efficienza, la digitalizzazione e aggiornando le modalità operative potrà continuare a crescere. È quanto emerso nel convegno organizzato ieri da Confindutria e che si è tenuto al terminal crociere. Ma la prima sfida che dovrà affrontare lo scalo spezzino è quello della realizzazione dell'elettrificazione di banchina e del nuovo waterfront. Un importante passo in avanti è stato fatto in questi giorni dall'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale, che ha inviato agli operatori economici potenzialmente interessati un avviso per avvertire che verranno bandite "al più presto" tre gare d'appalto strategiche.

Finanziate con fondi del Piano nazionale di Ripresa e resilienza. Si tratta della realizzazione del nuovo molo crociere, per 50 milioni di euro. Ma in ballo c'è anche la cabina elettrica che alimenterà il cold ironing delle banchine portuali, per circa cinque milioni di euro. Quest'ultimo sarà un appalto integrato complesso. A questi si aggiunge il bando da 30 milioni di euro per gli ambiti 1 e 2 del waterfront di Marina di Carrara. La notizia è emersa nel corso di una delle tavole rotonde su sui è stata strutturata la giornata, per bocca del presidente di Confindustria della Spezia Mario Gerini. Una occasione per le imprese della zona, chiamate a iscriversi all'albo dei fornitori sul sito dell'Authority.

La realizzazione del nuovo molo crociere, grazie al fondo complementare del Pnrr e a risorse dell'ente, costituisce il primo passaggio per la concretizzazione della nuova stazione crocieristica. Msc, Royal Caribbean e Costa sono pronti a investire più di 40 milioni di euro per il nuovo terminal, che poggerà sul nuovo“pennello, che si troverà al centro del nuovo fronte mare cittadino. La realizzazione della nuova cabina elettrica, a uso del porto, è poi imprescindibile per permettere l'elettrificazione delle banchine commerciali e crocieristiche. E arrivare a ridurre il più possibile le emissioni delle navi. I tempi di realizzazione sono dettati dal Pnrr, cioè il 2026. Ma l'Autorità di sistema conta di completare ogni intervento entro il 2025.

Per il porto spezzino le sfide nei prossimi mesi sarano molte: "Abbiamo proposto una riflessione sui grandi cambiamenti in corso, per approfondire il futuro e il contesto post pandemico per il porto e la logistica" spiega il presidente Gerini. Un porto che traguarderà non due ma 2,5 milioni di teu l'anno, è stato detto dal sindaco Pierluigi Peracchini, e che ha bisogno di fare sinergia con la città. Tanti gli interventi che si sono succeduti nel pomeriggio, tra cui quelli del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e della presidente della Commissione Trasporti alla Camera Raffaella Paita che hanno posto l'accento sulle riforme, sul Pnrr e sulla necessità del completamento della ferrovia Pontremolese. Andrea Fontana, presidente degli spedizionieri, ha messo in luce il problema dell'integrazione verticale dei grandi armatori: "Non tutti possono fare tutto, occorre specializzarsi".

L'intervento del vicepresidente dell'Ispri Paolo Magri ha contestualizzato il contesto internazionale, con la crisi dell'Ucraina che peserà ancora a lungo sui porti: "Il porto della Spezia è tra i più efficienti in Europa, riesce a lavorare 3,5 contenitori per metro quadrato, Genova solo 1,7 - ha detto Alfredo Scalisi, amministratore delegato di Lsct -. Malgrado l'efficienza affrontiamo come altri terminal un problema di congestionamento a causa della minore puntualità delle navi. Abbiamo dovuto cambiare modalità operative tre volte in un anno". Per Giovanni Pettorino, ammiraglio e oggi consulente del Mims, il porto spezzino può farcela: "Ha sviluppato benissimo il suo retroporto e i suoi collegamenti ferroviari, migliorando la sua collocazione nella città".

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