Ex Ilva, «Mittal non può gestire l’incertezza» / INTERVISTA
Genova - Il caso Ilva?L’ennesima dimostrazione di «quanto sia inaffidabile il governo italiano rispetto agli investitori internazionali». Franco Toffoletto, avvocato giuslavorista tra i più esperti, è partner dello studio legale Toffoletto De Luca Tamajo, che si occupa di diritto del lavoro, diritto sindacale e contratti di agenzia

Genova - Il caso Ilva? L’ennesima dimostrazione di «quanto sia inaffidabile il governo italiano rispetto agli investitori internazionali». Franco Toffoletto, avvocato giuslavorista tra i più esperti, è partner dello studio legale Toffoletto De Luca Tamajo, che si occupa di diritto del lavoro, diritto sindacale e contratti di agenzia. A luglio ha aperto una sede a Genova, nell’ambito di un rafforzamento di una rete nazionale che conta sette sedi.
Perché aprire una sede a Genova, considerando la crisi di questo territorio?
La tecnologia cambia il diritto del lavoro?
«La tecnologia cambia il modo di lavorare, il diritto del lavoro e anche il diritto civile. Il lavoro per tutta la vita non esiste e non esisterà più, bisogna cambiare ma il cambiamento è fonte di disagio per la maggior parte delle persone».
Va bene il cambiamento, ma le persone hanno anche bisogno di stabilità.
«Questo è discorso scivoloso, perché il concetto di precarietà è soggettivo. Giuridicamente un contratto a termine è più stabile di un contratto a tempo indeterminato: se mi licenziano tre anni prima della scadenza del contratto me li devono pagare tutti, mentre nel tempo indeterminato posso ugualmente essere licenziato ma mi pagano solo il preavviso. Il tema non è la stabilità del rapporto di lavoro, bensì avere la possibilità di ottenere rapidamente una copertura di reddito e un altro posto di lavoro. Una volta era più facile passare da fare il maniscalco a fare l’operaio. Oggi la tecnologia comporta un livello di conoscenza che non si reinventa in cinque minuti. Occorre quindi investire nella scuola e nella formazione, dare alle persone strumenti che consentano di gestire il cambiamento».
A proposito di cambiamento, sul dossier Ilva-ArcelorMittal il governo ha cambiato idee e regole del gioco. Qual è la sua opinione?
«Purtroppo i signori che ci governano non hanno la più pallida idea di cosa sia un contratto, corrono dietro il consenso elettorale, e questo è terribile. Offriamo dell’Italia un’immagine di Paese inaffidabile, che poi è quello che in effetti siamo. Come può un investitore straniero fidarsi di un Paese dove persino la fiscalità non è certa? Come può un’azienda operare nell’incertezza legislativa, fiscale, contrattuale?».
Più della crisi di mercato e dei dazi americani, all’ex Ilva fa male l’incertezza?
«È così. Un’azienda può affrontare una crisi cambiando strategie, tagliando i costi, mettendo in conto di perdere dei soldi. Ma non può gestire l’incertezza, che per sua natura è ingestibile».