Munizioni partite dalla Spezia, il giallo del sequestro in Senegal
La Spezia - Il carico - tre container di munizioni da guerra fabbricate dall’azienda Fiocchi di Lecco e destinate alla Repubblica Dominicana - è partito dal porto della Spezia il 2 dicembre scorso. La nave che lo trasportava, la "Eolika", ha fatto scalo a Las Palmas
Tiziano Ivani
La Spezia - Il carico - tre container di munizioni da guerra fabbricate dall’azienda Fiocchi di Lecco e destinate alla Repubblica Dominicana - è partito dal porto della Spezia il 2 dicembre scorso. La nave che lo trasportava, la "Eolika", piccola general cargo battente bandiera della Guyana, ha fatto scalo a Las Palmas tra il 14 e il 15 dicembre salvo poi salpare alla volta delle americhe. Soltanto che, secondo i primi riscontri modificando la tabella di marcia, ha prolungato la sosta nel porto successivo, quello di Dakar, in Senegal. Ed è lì che lo scorso fine settimana - anche se la eco dell’operazione ha raggiunto l’Europa soltanto ieri - gli investigatori delle dogane hanno scoperto e sequestrato le munizioni, facendo pure scattare gli arresti dei quattro componenti dell’equipaggio.
L’AZIENDA
«Stiamo cercando di capire che cosa sia accaduto, non sapevamo che la nave dovesse fare scalo a Dakar così a lungo, forse c’è stato un problema di carburante - spiega Stefano Fiocchi, presidente dell’omonima società che da più un secolo produce munizioni -, il carico era autorizzato dal ministero degli Esteri: siamo un’azienda seria e questa vicenda ci sta creando un danno d’immagine, oltreché economico poiché non sappiamo se riusciremo mai a recuperare le munizioni, sempre che vengano conservate correttamente, in modo che non si danneggino. Il cliente sicuramente non ci pagherà». Il carico vale 4,6 milioni di euro ed era destinato alla Repubblica Dominicana: una parte delle munizioni sarebbe andata alla polizia e l’altra, quella dei proiettili per i fucili d’assalto, all’esercito: «Ci risulta che i container siano stati trasbordati e posti sotto sequestro», conclude Fiocchi.
IL GIALLO DELLE MANOVRE
Le ombre sono tante in questa vicenda. Ad esempio sembra che la nave sia arrivata a Dakar il 19 dicembre, sia ripartita il 23, salvo poi rientrare in porto la sera stessa. La medesima manovra risulta - da tracciato satellitare - compiuta pure la sera seguente, ma il gps indica il rientro in porto soltanto quattro giorni dopo, il 28 dicembre: da allora la nave è ferma in Senegal. È possibile che le autorità dello Paese africano si siano insospettite osservando questi spostamenti? Difficile dirlo, ma forse a breve verrà fatta piena luce sul caso. i documenti Di certo, il carico è partito dall’Italia con tutti i documenti in ordine: era stato autorizzato dall’Uama (l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento del ministero degli Esteri): «Confermo tutto, il carico inoltre possedeva il benestare della Dogana di Como e della prefettura, ed è stato trattato seguendo con precisione il protocollo sulla sicurezza - osserva il presidente dell’Autorità portuale Mario Sommariva -, arrivato qui alla Spezia è stato caricato sulla nave alla presenza di vigili del fuoco e polizia. Ho cercato di recuperare qualche informazione, anche se non è semplice: una delle ipotesi al vaglio è che l’equipaggio volesse vendersi le munizioni clandestinamente in Senegal».
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