La Francia espande la flotta commerciale: ordine record da tre miliardi ai cantieri cinesi
La compagnia di navigazione francese Cma Cgm ha siglato questa settimana un contratto record con i cantieri cinesi Cssc, di proprietà dello Stato cinese e maggior industria navalmeccanica al mondo
di Alberto Quarati
Il presidente cinese Xi Jinping e quello francese Emmanuel Macron
Genova – La compagnia di navigazione francese Cma Cgm ha siglato questa settimana un contratto record con i cantieri cinesi Cssc, di proprietà dello Stato cinese e maggior industria navalmeccanica al mondo. La commessa, il più grande contratto singolo mai incassato da un cantiere cinese, è superiore ai tre miliardi di dollari, e comprende la costruzione di 16 navi portacontainer: 12 unità con capacità da 15 mila teu (cioè container lunghi circa sei metri) e alimentate a doppia propulsione gasolio-metanolo; e quattro unità da 23 mila teu con alimentazione gasolio-gas naturale liquefatto.
Le navi a metanolo saranno realizzate per metà nei cantieri Jiangnan di Shanghai, e per metà dai cantieri Dsic di Dalian - sotto progetto e sviluppo interamente cinesi. Le navi a gas saranno realizzate nei cantieri Hudong-Zhonghua, sempre nella zona di Shanghai, e saranno un’evoluzione di una linea di navi che la Cma Cgm ha cominciato a ordinare a questi cantieri cinesi sin dal 2017, la cosiddetta classe Saadé, in onore del fondatore della compagnia, Jacques Saadé. In poco più di 10 anni, l’armatore numero tre al mondo ha siglato con i cantieri cinesi ordini per oltre 70 navi.
IL RUOLO DELLA POLITICA
La mega-commessa - di cui i cantieri Cssc non forniscono dettagli sui tempi di consegna - è arrivata nei giorni della visita del presidente francese Emmanuel Macron e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al presidente cinese Xi Jinping, nel corso della settimana che si è appena conclusa.
Una visita nella quale von der Leyen ha continuato a tessere i sempre più complessi rapporti tra Europa e Cina, prima di tutto nel contesto delle relazioni di Pechino con la Russia, ma anche in quello delle dispute commerciali, con il Vecchio Continente - nonostante la retorica sul reshoring - sempre più in deficit commerciale verso il Dragone e con poche armi per contrastare le sue pratiche scorrette, anche in vista della rivoluzione green e il quasi-monopolio del Paese sulle terre rare, fondamentali per realizzare batterie elettriche efficienti per le auto del futuro.
Una visita che invece per Macron pare sia stata più che proficua, e che almeno sotto il profilo economico risulta una riedizione di quella già compiuta dal numero uno dell’Eliseo nel 2019, quando il consueto stuolo di imprenditori al seguito chiuse un contratto da 30 miliardi per la costruzione di 300 aerei da parte dell’Airbus, un piano da un miliardo per progetti di ottimizzazione energetica nei Paesi in via di sviluppo, un altro miliardo alla società elettrica francese Edf per costruire impianti eolici galleggianti, e naturalmente un ordine da 1,2 miliardi di euro alla Cssc da parte di Cma Cgm per la costruzione di 10 portacontainer.
Era marzo 2019 e, ironia dell’intelligenza artificiale, France24 suggeriva come correlato di questa notizia un articolo dal titolo: “Nuova Via della Seta: l’Italia sarà il cavallo di Troia della Cina?”.
NON SOLO NAVI
Tornando a questa settimana, va detto che anche questa volta non è mancata la scorpacciata di accordi sino-francesi: insieme al mega-contratto di Cma Cgm, Airbus ha annunciato la costruzione di una nuova linea di assemblaggio per i suoi jet, la vendita di 50 elicotteri alla società cinese Gdat, Edf ha rinnovato gli accordi sul nucleare con la controparte cinese Cgn e la promessa di nuovi parchi eolici al largo delle coste cinesi.
Del resto, osservano gli analisti di Politico, sparita Angela Merkel dall’orizzonte e con la politica estera tedesca in crisi per effetto del conflitto ucraino, solo Macron oggi in Europa ha il potere e la seniority per accreditarsi agli occhi di Xi come il suo interlocutore favorito in Occidente.
E il leader cinese d’altro canto ha tutto l’interesse a mantenere un partner privilegiato nel Vecchio Continente, che funzioni da garante a contrasto di un eccessivo appiattimento di Bruxelles sulle posizioni degli Stati Uniti, con cui i rapporti sono sempre più ai minimi termini.
Macron a Xi lo ha detto chiaramente: “La Francia promuove un’autonomia strategica dell’Europa” e non ama “il confronto a blocchi”. Tre miliardi per nuove navi che trasporteranno la merce cinese in Europa sembrano un buon aiuto per tenere salde queste relazioni.
I commenti dei lettori