La Virgin a Genova fino alla fine dell'anno
Genova - Nel molo vicino c’è "Diadema", la nave di Costa Crociere pronta a ripartire. Il ponte di comando della "Scarlet Lady" invece è ancora in attesa di ordini. «Abbiamo una strategia, ma dipende da quello che succede nel mondo. Pensiamo di riprendere l’attività tra marzo e aprile dell’anno prossimo, Covid permettendo

Genova - Nel molo vicino c’è "Diadema", la nave di Costa Crociere pronta a ripartire. Il ponte di comando della "Scarlet Lady" invece è ancora in attesa di ordini. «Abbiamo una strategia, ma dipende da quello che succede nel mondo. Pensiamo di riprendere l’attività tra marzo e aprile dell’anno prossimo, Covid permettendo. Noi comunque non faremo crociere nel Mediterraneo, ma torneremo negli Stati Uniti. È quello il nostro mercato». Henry Veringa è il vice presidente di Virgin Voyages, la compagnia da crociera fondata da Richard Branson e lanciata poco prima dello scoppio della pandemia. La "Scarlet Lady" ha ancora il cellophane, non è riuscita nemmeno a fare il primo viaggio commerciale.
È rimasta negli Stati Uniti per qualche settimana, poi dopo poco tempo la compagnia ha deciso di spostare la nave a Genova, la città dove è stata costruita nei bacini di Fincantieri: «Sino a fine anno rimarremo qui, anche se non in porto. Staremo al largo». Al manager della compagnia però Genova è rimasta nel cuore: «Perché qui ci siamo trovati benissimo anche per la gestione degli equipaggi». Ma la gemella di "Scarlet Lady" che sarà consegnata a luglio e che verrà schierata nel Mediterraneo, non avrà però base nel capoluogo. «Un peccato - spiega Veringa -. Ma per ora non abbiamo piani per partire da questo scalo». Tutte le navi di Virgin sono state confermate e Sestri sfornerà altre due unità nel 2022 e l’anno successivo: «Certo il lockdown costa milioni. Il protocollo messo in atto da Msc si sta rivelando efficace se quel modello continuerà a funzionare, sarà lo standard per l’industria».
NAVI A GAS
ARIA PIU' PULITA IN PORTO
Virgin ha aderito al protocollo Genoa Blue Agreement già firmato da altre compagnie e nato l’anno scorso su impulso della Capitaneria per ridurre le emissioni nello scalo: «Si tratta di un’adesione volontaria e garantisce che vengano intraprese tutte le misure necessarie ad abbassare le emissioni inquinanti - spiega Carlone -. Questa è una nave di ultimissima generazione ma i fumi vengono comunque controllati quotidianamente. Si tratta comunque di una nave a inquinamento quasi zero. I fumi bianchi che si vedono? È vapore acqueo».