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Dream Cruises, stop anche all'ultima nave in servizio

Si è fermata anche l’ultima nave in servizio di Dream Cruises del gruppo asiatico Genting Hong Kong: quest’ultima cessa così forse per sempre la sua attività, vittima del disastro finanziario dovuto alla pandemia

Matteo Martinuzzi
2 minuti di lettura

Monfalcone - Si è fermata anche l’ultima nave in servizio di Dream Cruises del gruppo asiatico Genting Hong Kong: quest’ultima cessa così forse per sempre la sua attività, vittima del disastro finanziario dovuto alla pandemia. "World Dream" di Dream Cruises è stata fermata il 2 marzo a Singapore dopo che la compagnia non è riuscita ad ottenere finanziamenti sufficienti per continuare a far funzionare la nave, adducendo "circostanze difficili". In una nota rilasciata da Ghk, è stato chiarito che l'identificazione di "potenziali piani di riparazione e l'agevolazione della ristrutturazione del gruppo, inclusa Dream Cruises", ha fornito finanziamenti di emergenza sufficienti. Questi hanno consentito il completamento di ulteriori 16 crociere programmate dopo la nomina dei liquidatori provvisori congiunti per il gruppo malese. La "World Dream" era impegnata da mesi in crociere brevi di sola navigazione in partenza da Singapore. Questi viaggi hanno riscontrato un discreto successo, senza anche particolari contagi a bordo, ma non sufficienti introiti.

Quindi gli ultimi ospiti sbarcati a Singapore il 2 marzo potrebbero essere gli ultimi di questa compagnia premium dedicata al mercato asiatico. La sorella "Genting Dream" era stata fermata in precedenza, dopo che Hong Kong aveva vietato le crociere a causa della diffusione della variante Omicron. Infatti questa nave era anche lei impegnata in crociere brevi di sola navigazione dall’ex colonia britannica. Infine la più piccola "Explorer Dream", la prima ripartita nel luglio 2020, era ferma già da tempo perché i viaggi domestici a Taiwan (anche con scali) avevano ormai poca domanda. I liquidatori di Ghk stanno ora seguendo l'impatto della cessazione delle crociere, in particolare alla capacità di soddisfare le richieste di rimborso per gli ospiti che hanno prenotato crociere dopo il 2 marzo 2022.

E’ stato consigliato ai passeggeri prenotati di presentare una richiesta di rimborso insieme alla conferma della prenotazione e ai registri di pagamento via posta elettronica. Ghk ha chiesto al tribunale delle Bermuda (luogo della sua sede fiscale) lo scioglimento della società e la nomina dei liquidatori provvisori. Le sue esigue riserve di cassa dovevano esaurirsi entro la fine di gennaio con le spese operative coperte ancora per pochi giorni. Però l’agonia è durata più del previsto grazie al flusso di cassa generato dalla "World Dream": in precedenza si erano fermate le navi operative degli altri marchi del gruppo, cioè Crystal Cruises (famoso marchio del lusso) e Star Cruises (marchio mass market che era decisamente in declino da anni). Ora sarà da vedere che fine faranno le tre navi di Dream Cruises alle quali si aggiunge anche una quarta ancora non completata.

Si tratta della "Global Dream", gigante da 208 mila tonnellate di stazza lorda finito al 75% e dal mostruoso costo fin ora di 1,5 miliardi di euro (serviranno altri 600 milioni per completarlo). Lo scafo si trova attualmente nel bacino coperto del cantiere di Wismar, parte di Mv Werften, ormai ex-filiale cantieristica di Ghk in attesa di conoscere il suo destino.

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