Moby e Tirrenia diffidano Grimaldi: “Mezzo miliardo di danni se fate saltare il concordato”
Gli amministratori delegati di Moby (Achille Onorato) e Tirrenia Cin (Massimo Mura) hanno inviato oggi una lettera di diffida alla Grimaldi Euromed, minacciando di citare la compagnia per un danno complessivo da 480 milioni di euro
di Alberto Quarati
La "Moby Otta" in porto a Genova (balostro)
Genova – Gli amministratori delegati di Moby (Achille Onorato) e Tirrenia Cin (Massimo Mura) hanno inviato oggi una lettera di diffida alla Grimaldi Euromed, minacciando di citare la compagnia per un danno complessivo da 480 milioni di euro.
Il motivo è l’opposizione, per la seconda volta, da parte del gruppo armatoriale partenopeo, all’omologa del concordato preventivo della Moby (che a sua volta controlla Tirrenia Cin. Dopo che l’opposizione di Grimaldi era stata respinta in primo grado dal Tribunale di Milano, il gruppo si è rivolto alla Corte d’Appello: “Un’azione – avevano commentato in allora dalla Moby in un comunicato alla Borsa del Lussemburgo, dove sono quotate le obbligazioni della compagnia - volta ancora una volta a impedire la prosecuzione del procedimento compositivo approvato con il voto favorevole espresso da circa il 90% dei creditori e omologato dal Tribunale lo scorso 24 novembre 2022”.
Nella lettera di diffida, Onorato e Mura ricordano a Grimaldi “la piena legittimità delle proposte concordatarie presentate dalle due approvate dalla stragrande maggioranza dei rispettivi creditori, i quali sono stati chiamati ad esprimere la loro preferenza sulla base di un’attenta valutazione delle soluzioni alternative concretamente praticabili ai fini del soddisfacimento delle loro pretese”, definendo “speciose e strumentali iniziative da voi intraprese, finalizzate esclusivamente a pervenire a un risultato del tutto personale e decisamente lontano da quello che il legislatore intende tutelare con il riconoscimento, in favore dei creditori e degli altri portatori di interessi meritevoli di tutela, del diritto di opporsi all’omologazione del concordato”.
I due dirigenti contestano le tempistiche con cui si è mossa la Grimaldi Euromed, che si è determinata a incardinare “un giudizio di merito volto all’accertamento di tali presunti danni solo pochi mesi prima dell’adunanza fissata per l’espressione del voto da parte dei creditori sulle proposte di concordato avanzate dalle società esponenti, notificando il relativo atto di citazione solo pochi giorni prima della scadenza del termine concesso ai Commissari Giudiziali per il deposito delle rispettive relazioni”.
L’obiettivo reale di Grimaldi insomma non sarebbe quindi il recupero dei 147 milioni di euro per le condizioni in cui Grimaldi ha ricevuto due traghetti (l’ “Amiscora” e la “Bonaria”) noleggiati anni fa alla Tirrenia-Cin, e i danni per pratiche di boicottaggio - riconosciute dall’Antitrust - nei confronti di quegli autotrasportatori che sceglievano di viaggiare sulle navi della flotta del gruppo partenopeo, ma “la volontà di ostacolare in ogni modo possibile il buon esito dei due concordati preventivi, determinando così l’insuccesso degli stessi e l’apertura di una procedura di insolvenza in capo a Moby e a Cin. Il fine ultimo sotteso alla strategia vessatoria da voi perseguita si rinviene, dunque, nell’eliminazione dal mercato marittimo, in un colpo solo, di due tra i vostri principali competitor, operativi nel settore del trasporto di passeggeri e merci da e per le Isole maggiori”.
L’illegittimità della condotta, si legge nella lettera, “è stata immediatamente riconosciuta dai due collegi commissariali e più volte censurata dallo stesso Tribunale di Milano, che” oltre a stigmatizzare le tempistiche scelte dal Grimaldi nella presentazione dei ricorsi “ha dapprima recisamente respinto la vostra fantasiosa richiesta di essere inseriti nel novero dei creditori autorizzati a esprimere il voto sulle due proposte concordatarie, e poi rigettato in toto le infondate opposizioni all’omologazione da voi presentate”.
Grimaldi Euromed, scrivono Onorato e Mura, non può essere annoverata tra i creditori delle due compagnie, e adesso la società, che può comunque muoversi con lo strumento della giustizia ordinaria, abusa di un suo diritto per bloccare il concordato delle due aziende: una strategia “anticompetitiva”, che quindi integra “gli estremi della concorrenza sleale ai sensi dell’art. 2598 del Codice civile, e pertanto la Società si riserva sin d’ora il diritto di agire a tutela dei propri interessi”.
A ulteriore prova di questa strategia, per Moby e Tirrenia Cin ci sarebbe anche il fatto che se le impugnazioni di Grimaldi Euromed dovessero essere accolte, la società partenopea “otterrebbe un soddisfacimento di gran lunga inferiore rispetto a quello oggi garantito all’esito della positiva conclusione delle procedure concordatarie”.
Morale: Onorato e Mura diffidano Grimaldi Euromed “di continuare a perseguire la capziosa e persecutoria strategia anticoncorrenziale da voi sinora adottata (…). In difetto, le società esponenti si riservano di agire nei vostri confronti, in ogni opportuna sede, per il risarcimento di tutti i danni che dovessero derivare dalla mancata e/o ritardata esecuzione dei concordati preventivi omologati dal Tribunale di Milano; danni che, allo stato e con riserva di ulteriore specificazione, possono stimarsi con riferimento alle variazioni negative che subirebbero i bilanci delle scriventi rispetto allo scenario derivante dalla corretta esecuzione del piano concordatario”.
Quanto? Calcolando “la differenza tra la consistenza patrimoniale che le scriventi avrebbero qualora si desse esecuzione ai due concordati omologati e quella che le stesse avrebbero nel caso in cui fossero dichiarate insolventi, quantificabile in misura almeno pari alle sopravvenienze attive derivanti dallo stralcio dei debiti conseguente all’esecuzione dei rispettivi concordati e, dunque, ad una somma non inferiore ad euro 290.000.000 per Moby e ad euro 190.000.000 per Cin”, cui potrebbero seguire i danni conseguenti allo svilimento dell’attivo, alla svalutazione del capitale sociale della partecipazione di Moby in Cin, ai risultati economici penalizzati per tutto il periodo in cui Moby e Tirrenia non hanno potuto dare seguito al concordato, e “senza considerare” possibili azioni da parte di altri creditori di Moby e Cin direttamente o indirettamente interessati alla ristrutturazione delle due compagnie.
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