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Da Disney Cruise a Princess

Crociere, la corsa al metanolo

Norwegian Cruise Line ha annunciato di aver modificato in accordo con Fincantieri i contratti relativi alla costruzione delle ultime due navi da crociera della classe Prima-plus che saranno realizzate con una predisposizione a consumare come carburante anche il metanolo verde

di Matteo Martinuzzi
2 minuti di lettura

La "Global Dream" ora fa parte della flotta Disney Cruise (vesselfinder)

 

Monfalcone – Norwegian Cruise Line ha annunciato di aver modificato in accordo con Fincantieri i contratti relativi alla costruzione delle ultime due navi da crociera della classe Prima-plus che saranno realizzate con una predisposizione a consumare come carburante anche il metanolo verde.

La notizia è stata messa nero su bianco nell’ultima trimestrale di Norwegian Cruise Line Holdings: “Anche se in futuro saranno necessarie ulteriori modifiche per consentire l’uso completo del metanolo in aggiunta al bunker tradizionale su queste navi, questo rafforza l’impegno della compagnia per la decarbonizzazione e rappresenta un importante passo avanti nel perseguimento delle emissioni nette di gas serra zero entro il 2050” ha dichiarato la compagnia americana.

Le date di consegna delle due navi in questione (la quinta e la sesta del programma) da 3.550 ospiti su base doppia presso lo stabilimento Fincantieri di Marghera sono previste per il 2026 e il 2027. A partire dalla terza, in consegna nel 2025, ci sarà un allungamento dello scafo e da qui la dicitura di Prima-plus. Però prima di Ncl sarà Disney Cruise Line a completare entro il 2025 una prima grande nave da crociera predisposta all’utilizzo del metanolo verde.

Parliamo dell’ex "Global Dream” da 208 mila tonnellate di stazza lorda che verrà completata a Wismar da parte del gruppo Meyer. Inoltre anche il gruppo Costa ha recentemente annunciato un accordo con Proman per studiare l’utilizzo del metanolo in futuro.

Si riafferma il potenziale del metanolo come elemento chiave per continuare a ridurre le emissioni di gas serra nel settore crocieristico e in altri segmenti del trasporto marittimo. Si tratta di un combustibile più pulito, in grado di eliminare gli inquinanti dell'aria, come il particolato e gli ossidi di zolfo, è ampiamente disponibile, ed è sempre più spesso prodotto attraverso percorsi a basse emissioni di carbonio, biogenici o basati sull'idrogeno.

Inoltre, se utilizzato nelle celle a combustibile, il metanolo ha il potenziale per consentire, nel prossimo futuro, l'azzeramento delle emissioni durante il suo ciclo di vita. Costa ha scelto il Gnl come tecnologia intermedia per ridurre le emissioni, Ncl invece ha deciso di non investire sul gas e di studiare altre soluzioni per ridurre l’impatto delle sue navi.

Infatti Ncl ha reso noto di aver recentemente completato con successo i test delle miscele di biocarburanti su tre navi della sua flotta: “Norwegian Star”, “Norwegian Sun” e “Norwegian Epic”: tutte e tre le navi sono state testate con una miscela di circa il 30% di biocarburante e il 70% di Mgo (marine gasoil). Al momento non vi è una sola strada per raggiungere la decarbonizzazione del settore entro il 2050, certo è che il metanolo è una delle possibilità studiate: pure il gruppo Royal Caribbean la sta valutando anche se finora non ha annunciato dei progetti concreti. Di certo è che questo aggiornamento tecnologico su due navi Ncl che saranno costruite in Italia crea una valore aggiunto ad una commessa di Fincantieri.

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