Lusso, Carnival sente la concorrenza: “Seabourn Odyssey” depennata dalla flotta
La Carnival Corporation, con una mossa che ha colto tutti di sorpresa, ha annunciato la vendita anche della “Seabourn Odyssey”: questa però non è una nave ormai superata, ma la prima nuova costruzione della controllata Seabourn Cruise Line realizzata dai cantieri Mariotti
di Matteo Martinuzzi
La "Seabourn Odyssey" ai cantieri Mariotti di Genova
Monfalcone – La Carnival Corporation, con una mossa che ha colto tutti di sorpresa, ha annunciato la vendita anche della “Seabourn Odyssey”: questa però non è una nave ormai superata, ma la prima nuova costruzione della controllata Seabourn Cruise Line realizzata dai cantieri Mariotti e consegnata 14 anni fa a Genova. Si tratta sicuramente di un brutto segnale sulla redditività attuale del marchio extralusso del gruppo Carnival che fatica evidentemente di fronte agli ottimi risultati dei vari concorrenti.
La "Nippon Maru"
I fatti: il colosso statunitense delle crociere si è accordato con il gruppo giapponese Mitsui Osk Lines (Mol), che attualmente gestisce la vecchia nave “Nippon Maru”, per la vendita della “Odyssey” a un prezzo non precisato.
La "Costa Magica" a Savona
Questa nave da 32.400 tonnellate di stazza lorda per 450 passeggeri continuerà a operare per la Seabourn, in base a un contratto di noleggio con la Mol, fino al 22 agosto 2024: dopodiché sarà consegnata al nuovo armatore che la sottoporrà a una ristrutturazione per adattarla alle sue esigenze.
L'elegante scalone centrale della "Seabourn Sojourn"
La piccola "Nippon Maru”, che ormai è decisamente superata con 33 anni di servizio sulle spalle, verrà affiancata dalla nuova nave e probabilmente in futuro da due nuove costruzioni da 600 passeggeri ciascuna.
La "Seabourn Quest" a Séte
La Mol infatti dovrà vedersela sul mercato del lusso giapponese a partire dal 2025 con la nuova nave da oltre 51 mila tonnellate di stazza lorda ordinata dal concorrente e connazionale Nippon Yusen Kaisha ai cantieri tedeschi Meyer. Tornando alla Carnival, dallo scoppio della pandemia e con il conseguente stop alle crociere il gruppo americano ha ceduto 26 navi da crociera partendo dalle più vecchie e meno efficienti in suo possesso.
La "Seabourn Venture"
Tra uscite e nuove costruzioni la flotta dei nove marchi del gruppo si è ridotta dalle 104 navi di fine 2019 alle attuali 90. Finora si è trattato di vendere navi tutte con oltre 20 anni di vita (la più giovane è stata la “Costa Magica” del 2004 che ha lasciato poche settimane fa Costa Crociere per passare alla compagnia greca Seajets): questa volta è il primo caso di una nave relativamente nuova, quindi potrebbe essere un segnale d’allarme per la tenuta dei conti della Carnival che comunque deve ripagare i miliardi di debiti fatti per restare a galla durante gli anni più duri della pandemia.
La "Seabourn Pursuit" in costruzione a Genova
I cantieri Mariotti avevano consegnato tra il 2009 e il 2011 la “Odyssey” e le sue due gemelle, la “Seabourn Sojourn” e la “Seabourn Quest”, per un valore complessivo della commessa di 550 milioni di euro.
Dopo una parentesi con la Fincantieri per due navi di stazza maggiore, la Seabourn ha riconfermato la collaborazione con i Mariotti per la costruzione di due unità da spedizione da 23 mila tonnellate e 264 passeggeri.
La prima, battezzata "Seabourn Venture”, è stata consegnata l’anno scorso e presto verrà completata la seconda che porta il nome di “Seabourn Pursuit” che è attesa al debutto questa estate.
Con queste due navi, la compagnia intende sviluppare la propria attività nel mercato delle crociere da spedizione, per le quali le unità di classe Odyssey non sono state progettate. C’è da chiedersi se l’emorragia di navi dal gruppo Carnival sia finalmente finita o se ci dovremo aspettare ulteriori sorprese.
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