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Gas naturale e bio carburanti, lo shipping sulla rotta verde. Convegno a Genova il 7 luglio

Le compagnie si preparano al taglio delle emissioni, ma chiedono un sostegno

Simone Gallotti
2 minuti di lettura

La Eco Mediterranea di Grimaldi

 

Genova – Il trasporto marittimo svolge un ruolo essenziale nell'economia del mondo. Il 90% delle merci viaggia a bordo della navi, mentre le emissioni rappresentano, sul totale globale, una percentuale inferiore al 3%, come rilevato dall’Unione Europea che calcola circa un miliardo di tonnellate di CO2. La previsione, sempre per l’importanza e la centralità dello shipping nell’economia globale, è che le emissioni cresceranno di una percentuale compresa tra il 90% il 130% entro il 2050. L’industria marittima si è mossa da tempo, pur consapevole che l’impatto economico di riuscire a creare una flotta di mezzi - navali, terrestri e aerei - a emissioni zero, è difficile per le tecnologie disponibili sul mercato. E sono necessari sostegni pubblici.

Per questo il dibattito sul futuro green dello shipping è acceso più che mai. In Italia le due associazioni che rappresentano gli armatori, chiedono un supporto. E per questo il tema sarà oggetto delle discussioni durante la tappa genovese di “Alfabeto del futuro” che si svolgerà giovedì 7 luglio alle 17.30 al foyer del Carlo Felice.

Tutti i segmenti del settore si sono attrezzati. Quello passeggeri è stato il primo ad accelerare. I traghetti green sono comparsi da tempo sul mercato anche se per l’Italia sono soprattutto i ferry merci ad aver tagliato il traguardo per primi. Grimaldi, ad esempio, ha recentemente preso in consegna la Eco Mediterranea, unità di nuova costruzione in grado di assicurare “Zero emission in port”: durante le operazioni portuali utilizza infatti l’energia elettrica immagazzinata da mega batterie al litio con una potenza totale di 5 MWh che si ricaricano durante la navigazione grazie agli shaft generator e a 350 metri quadri di pannelli solari.

Le crociere da tempo hanno deciso di utilizzare anche il gas naturale come carburante alternativo a quello convenzionale, così da poter abbassare le emissioni ulteriormente. Le portacontainer stanno vagliando i bio carburanti e l’Lng per arrivare in tempo all’appuntamento con la drastica riduzione dell’inquinamento.

La transizione non è però una traversata in condizioni ottimali. Lo shipping è spinto verso i carburanti alternativi anche dal rincaro del prezzo del greggio. Ma un pieno di green ha costi alti e la trasformazione della flotta pesa sui bilanci delle società che pure in questi anni hanno fatto il pieno di miliardi di dollari di utili. Il cambiamento climatico sta anche creando nuove rotte e il caso di quelle artiche è emblematico. Il “ponte” che connette Russia e Norvegia con il Canada, è tra queste. Oggi è ancora poco praticabile per la quantità di ghiaccio flottante, ma nei prossimi decenni ci si aspetta possa diventare utilizzabile. Poi c’è il passaggio a Nord-ovest per connettere l’oceano Atlantico e il Pacifico attraverso l’arcipelago artico canadese. La rotta artica centrale non è ancora navigabile, ma nei prossimi decenni potrebbe consentire di attraversare direttamente l’Artico con navi rompighiaccio e solo nella stagione di massima recessione dei ghiacci. Sono le nuove rotte del riscaldamento globale che si aprono mentre lo shipping cerca la via più breve e meno costosa.

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