Diversificazione energetica e stoccaggi, l'età d'oro delle gasiere
Genova - Per l’Italia e l’Europa, il gas naturale liquefatto sarà uno dei mezzi più efficaci per diversificare le forniture e ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. Come altri Paesi, anche il nostro per esempio ha acquistato rigassificatori per accogliere più metano
Alberto Quarati
Genova - Per l’Italia e l’Europa, il gas naturale liquefatto sarà uno dei mezzi più efficaci per diversificare le forniture e ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. Come altri Paesi, anche il nostro per esempio ha acquistato rigassificatori per accogliere più metano proveniente da Qatar, Stati Uniti, Australia, Africa Occidentale e Settentrionale, in futuro Mozambico. Con una flotta globale di 639 unità per una portata di 97,3 milioni di metri cubi, gli armatori si stanno muovendo di conseguenza: in Italia, proprio ieri d’Amico ha annunciato l’ingresso nel settore, ma intanto grandi nazioni marittime come Corea del Sud, Grecia o Giappone stanno riempiendo di ordini i pochi cantieri al mondo, perlopiù in Cina e appunto Corea, che hanno la tecnologia per costruire gasiere di grandi dimensioni.
Secondo l’analisi di Bancosta Research, a giugno costruire una Lng-carrier con portata 170 mila mc costava 200 milioni di dollari (confronto: la “Seabourn Venture”, non plus ultra delle navi da crociera di lusso appena realizzata da T.Mariotti di Genova è costata al gruppo Carnival 210 milioni). Non è nemmeno il prezzo più alto degli ultimi 10 anni, ma nel frattempo la produzione si è allargata: "Ci aspettiamo - spiega Enrico Paglia, Research Manager del gruppo Banchero Costa - un picco nel 2024, con 60 consegne, quasi tutte da 160-175 mila mc, per una capacità di oltre 10,5 milioni di mc. In tema di ordini, il 2021 è stato un anno record, con 74 unità ordinate, ma solo nei primi sei mesi del ’22 abbiamo registrato contratti per 66 navi. Oggi i cantieri in grado di costruire unità da 160-180 mila mc (la tipologia più richiesta, ndr) sono una decina in tutto il mondo. Per un nuovo player gli incentivi ad affacciarsi sul settore non mancano: domanda forte, prezzi alti e consegne da parte dei principali costruttori al 2026, anche se tecnologia e dimensioni rappresentano certo una barriera d’ingresso. È anche possibile - aggiunge Paglia - che una parte degli ordini per le grandi portacontainer possa essere convertito a Lng-carrier se il mercato delle portacontenitori dovesse girare al peggio in tempi relativamente rapidi: del resto molti cantieri che costruiscono le portacontainer più grandi sono gli stessi che realizzano le gasiere di taglia maggiore". I noli su base temporale (time-charter) delle gasiere sono scesi dai picchi del 2011-2012, quando una nave noleggiata a breve termine poteva costare anche 130 mila dollari al giorno o 90 mila per contratti superiori ai 15 anni. Oggi per entrambe le forme contrattuali il nolo è poco oltre 80 mila dollari giornalieri, mentre le rate spot (noleggio per un singolo viaggio) hanno un andamento ciclico che negli ultimi tre anni è andato dagli 11 mila dollari al giorno di maggio 2021 ai 430 mila di novembre dello stesso anno: "Le rate spot hanno un andamento stagionale, legato alla domanda di gas nell’emisfero boreale. Ci aspettiamo - dice Paglia - che i noli aumentino considerevolmente, specie se la capacità di liquefazione in export dovesse rispettare le attese. Lo sviluppo delle tensioni tra Paesi Nato e Russia saranno certamente il driver principale della domanda".
Dai dati Refinitiv esaminati da Bancosta, emerge che nel primo semestre dell’anno l’esportazione di Gnl via nave dalla Russia verso l’Ue è aumentata del 39,2% rispetto ai primi sei mesi del ’21: nove milioni di tonnellate, il 53% di tutto l’export di Gnl russo. Perché? "Finché è possibile - dice Paglia - l’Europa importa quanto più gas possibile per riempire gli stoccaggi. E pure se non sappiamo quanto gas potremo importare dalla Russia un domani, sin qui questo Paese è il fornitore storico dell’Europa".
I commenti dei lettori