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Più della metà delle navi uscite dai porti ucraini non ha raggiunto la destinazione finale

Oltre la metà delle navi che trasportano grano e altri generi alimentari dai centri di esportazione dell'Ucraina hanno cambiato rotta per fare scalo porti che non facevano parte della loro destinazione originale

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(reuters)

Genova - Oltre la metà delle navi che trasportano grano e altri generi alimentari dai centri di esportazione dell'Ucraina hanno cambiato rotta per fare scalo porti che non facevano parte della loro destinazione originale. Da quando i porti ucraini sono stati riaperti dopo la chiusura determinata dall'invasione russa, sono 21 le unità che hanno lasciato Odessa, Chornomorsk e Yuzhnyi, con 16 navi che hanno superato l'ispezione del Comitato congiunto di coordinamento (Jcc), istituito il mese scorso per monitorare i movimenti dei mercantili nel Mar Nero. Di quelli che sono stati autorizzati a viaggiare in uscita dal Bosforo, 11 hanno cambiato rotta o alterato il loro viaggio originale, secondo ai dati di localizzazione delle navi racciati dal Lloyd's List Intelligence. Le unità sono tenute a presentare un itinerario alle autorità portuali ucraine, e questo include i dettagli del porto di scalo successivo a quello in Ucraina e la destinazione del carico.

Questi viaggi sono stati pubblicati dal Jcc nella sua pagina dedicata alle Nazioni unite. Tuttavia, il Jcc non si assume la responsabilità di dove viaggiano le navi dopo aver superato l'ispezione, chiarendo che le destinazioni sono soggette a modifiche per motivi commerciali. Così la rinfusiera "Razoni", ​​la prima nave a partire a seguito dell'accordo che ha riaperto i porti ucraini, avrebbe dovuto scaricare il suo carico di mais a Tripoli, in Libano, il 7 agosto dopo la partenza Odessa il 1 agosto. Dopo che il carico è stato rifiutato dall'acquirente libanese, la nave ha effettuato una piccola spedizione nel porto turco di Mersin prima di segnalare l'Egitto come destinazione. Ma poi la "Razoni" ha spento i segnali del sistema di identificazione automatica il 12 agosto, e ora le immagini di Planet Labs mostrano che la nave ora è attraccata a Tartus (l'antica Tortosa), in Siria.

La nave portarinfuse battente bandiera maltese "Rojen" avrebbe dovuto recarsi a Teesport dopo la sua partenza da Chornomorsk. Invece la nave ha attraccato a Ravenna, anche se i dati di destinazione inseriti dal comandante segnalano un arrivo proprionel porto inglese il 19 agosto. La "Star Laura" di proprietà della compagnia di navigazione greca Star Bulk è partita da Yuzhnyi 12 agosto, carica di mais per un acquirente a Bandar Imam Khomeini, in Iran. Dopo aver lasciato l'area di ispezione turca, la nave si è fermata all'ancoraggio del Pireo, ed è lì dal 16 agosto, ferma per rifornimenti e per un'ispezione del carico, in attesa della conferma definitiva per poter salpare. La portarinfuse "Star Helena" è un'altra nave che sta compiendo un'apparente deviazione. Dal 13 agosto l'unità si sta aggirando senza meta tra le isole greche del Mar Egeo e la costa dell'Asia Minore.

Secondo quanto riferito, doveva trasportare farina di girasole a Nanton-Machong, in Cina. La nave ha segnalato una destinazione al Pireo per un breve periodo di tempo il 12 agosto, senza mai arrivarci. L'unità è di proprietà greca ed è possibile che, come la Star Laura, debba essere ispezionata prima di completare il suo viaggio. La bulker battente bandiera delle Isole Marshall "Glory" ha indicato come destinazione Istanbul, ma dal monitoraggio della nave si vede che ora è in viaggio  verso Bandar Khomeini. Altre tre navi hanno mantenuto il Paese di destinazione, la Turchia, ma hanno cambiato il porto. Del resto non è insolito che le navi cambino destinazione a metà del viaggio, e spesso per motivi commerciali.

Tutte le navi che hanno effettuato una deviazione o modificato i piani di viaggio erano arrivate ​​ai porti di esportazione ucraini prima dello scoppio della guerra il 24 febbraio, a parte una - la "Fulmar S" - che è stata una delle prime navi invece a entrare in Ucraina dopo lo scoppio della guerra. L'unità ha raccolto un carico ed è già uscita.  Data la durata della loro permanenza in Ucraina, è possibile che le navi e il loro carico debbano essere valutate prima di dirigersi verso la loro prossima destinazione. Altre hanno citato preoccupazioni per i potenziali danni al raccolto per via del ungo tempo passato dai cereali in deposito o nelle stive della nave. Dal Jcc fanno sapere che alcune navi erano state caricate con le stive sigillate allo scoppio della guerra, mentre altre erano solo parzialmente caricate. I cereali possono essere danneggiati dall'umidità o dal calore, se conservati per un lungo periodo di tempo senza un monitoraggio adeguato, secondo quello che rendono noto fonti industriali di settore.

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