Maxi-risarcimento, Grimaldi risponde a Moby: “E’ la vostra ennesima stravaganza”
“Con grande stupore e incredulità”, il gruppo Grimaldi risponde alle società Moby e Cin, che per voce dei rispettivi amministratori delegati, hanno intenzione di citare la compagnia per circa 500 milioni di euro, alludendo ad "atti che possano ritardare i concordati preventivi”

Emanuele Grimaldi, amministratore delegato del gruppo Grimaldi
Napoli – “Con grande stupore e incredulità”, il gruppo Grimaldi risponde alle società Moby e Cin, che per voce dei rispettivi amministratori delegati, hanno intenzione di citare la compagnia per circa 500 milioni di euro, alludendo ad "atti che possano ritardare e/o impedire la corretta esecuzione dei concordati preventivi omologati di Moby e di Cin".
“È molto singolare – dicono dalla compagnia partenopea – che degli armatori condannati in primo, secondo e terzo grado dal Tribunale di Milano per concorrenza sleale, avendo tra vari atti criminosi, abusato della propria posizione dominante sui traffici marittimi tra Italia Continentale e Sardegna, e che sono attualmente indagati dalla magistratura per condotte penalmente rilevanti, possano minacciare un creditore il quale diligentemente cerca di recuperare parte dei propri crediti e tutelare gli interessi dei propri azionisti. È sconcertante che degli armatori che si ostinano ancora a non pagare allo Stato italiano buona parte del prezzo per l’acquisto della Tirrenia e i cui avvocati hanno pretestuosamente rallentato per anni l’iter giudiziale nella suddetta controversia con noi, continuino a usare metodi minacciosi nei confronti di un creditore”.
"Pare evidente – aggiungono dalla Grimaldi – che la strategia dei vertici di Moby e Cin sia quella di sottrarre asset attraverso la creazione di nuove società, a danno dei vari creditori, tra cui anche noi”.
Il ragionamento del gruppo guidato da Emanuele Grimaldi è che in questo modo “si renderebbe così impossibile il risarcimento nei nostri confronti, non solo per danni subiti dalle proprie navi durante il noleggio a Moby-Cin, ma soprattutto per quelli provocati a seguito dell’accertata concorrenza sleale e dell’abuso di posizione dominante che hanno contraddistinto l’operato di Moby-Cin sui traffici da e per la Sardegna. È paradossale che l’accertato colpevole dei delitti di concorrenza sleale ed abuso di posizione dominante, minacci ed accusi la vittima dello stesso reato per il quale è stato condannato dalla giustizia italiana. Siamo – è la conclusione – davanti all’ennesima stravaganza della Moby-Cin”.
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