La crisi spinge il risiko degli armatori. La giapponese One vara il piano di acquisti e fusioni | Grafico
I più attivi sono i giapponesi di One, potenzia globale del trasporto container con una forte presenza anche a Genova sia in porto che negli uffici direzionali guidati da Angelo Chiarlo.
Simone Gallotti
La nave Msc Sixin
La mossa sembra naturale, anzi quasi obbligata: tra gli armatori che trasportano container è iniziata la stagione delle fusioni. Come quando c’era la grande crisi e i noli – il valore pagato per il trasporto sulla nave – erano ai minimi: le compagnie sparivano o erano costrette a unirsi. Adesso che stanno saltando anche le alleanze tra i colossi - nel settore è stata accolto con particolare scalpore il divorzio tra Msc e Maersk - i gruppi si stanno muovendo su rotte alternative ai patti commerciali.
I più espliciti sono i giapponesi di One, potenzia globale del trasporto container con una forte presenza anche a Genova sia in porto che negli uffici direzionali guidati da Angelo Chiarlo. Le navi color magenta sono nate dall’unione delle flotte tra Nyk, Mol e K Line. Nei piani di sviluppo approntati dai manager di Tokyo c’è grande spazio per una strategia «orientata alla crescita attraverso M&A (mergers and acquisitions)», come si legge nel documento che traguarda gli obiettivi per il 2026. Significa che è previsto un ulteriore consolidamento del settore e che One ha intenzione di comprare o allearsi, non solo commercialmente, con qualche altro colosso.
La mossa non coglie di sorpresa il mercato. Perché da settimane gli analisti speculano sulla possibilità che riparta la stagione dei matrimoni tra le grandi compagnie di trasporto container e One è al centro delle voci. Pochi giorni fa negli Usa alcuni esperti si erano spinti a ipotizzare una fusione tra i giapponesi e i tedeschi di Hapag-Lloyd, ma a quanto apprende Il Secolo XIX dal quartiere generale di Amburgo, la linea non è interessate al momento a fusioni. «Non ci sono piani in questo senso» chiarisce il colosso tedesco. Quindi per ora Hapag-Lloyd si sfila dal grande risiko degli armatori, dopo essere stato tirato in ballo più volte. Rimane il fatto che One invece è a caccia di opportunità e un’eventuale operazione potrebbe permettere alla compagnia di scalare l’attuale settima posizione nel ranking degli armatori mondiali.
Msc, nuovo colosso
Il gruppo guidato da Gianluigi Aponte intanto continua a ordinare navi. L’ultimo ingresso è peraltro da record. La “Msc Tessa” infatti, appena entrata in flotta, è la nave portacontainer più grande al mondo con i suoi 24.116 teu di capacità. Il valore di questo colosso è di circa 600 milioni di dollari. La nave è lunga 400 metri e utilizza un sistema per ridurre l’attrito dello scafo che consente la riduzione del consumo totale di energia, tagliando le emissioni totali di carbonio di circa 4 punti percentuali. —
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