Alessandro Santi: “Mediterraneo, è ora di scommetterci. Lo shipping per creare ponti tra Paesi” | Intervista
A oltre 10 anni di distanza dalle primavere arabe, il Nord Africa è pronto a tornare protagonista nel Mar Mediterraneo. I progetti, i ponti commerciali che erano allo studio prima del 2011, si riaffacciano oggi
di Alberto Quarati
Alessandro Santi, presidente della Federagenti
Genova – A oltre 10 anni di distanza dalle primavere arabe, il Nord Africa è pronto a tornare protagonista nel Mar Mediterraneo. I progetti, i ponti commerciali che erano allo studio prima del 2011, si riaffacciano oggi. E di fronte al dramma dei migranti, spetta anche agli attori dell’economia costruire un futuro migliore, per tutti.
Tutti temi che affronterete nell’assemblea di Federagenti domani a Roma.
"Noi proviamo sempre ad anticipare i fenomeni - risponde Alessandro Santi, presidente degli agenti e dei broker marittimi italiani -. Così è stato lo scorso anno, quando siamo stati tra i primi a lanciare l’allarme sulle materie prime, così è quest’anno. Il nostro mestiere ha tanti difetti, ma un grande pregio: è una grande comunità. Il mio collega in Marocco, Egitto, Turchia parla il mio stesso linguaggio e condivide i miei stessi problemi. E questo ci aiuta a capire meglio di altri cosa sta succedendo nei reciproci Paesi”.
L’Italia è pronta a giocare un ruolo centrale?
"Senza voler svelare troppo rispetto ai contenuti dell’assemblea pubblica, posso dire che oggi ci sono Paesi che sono davvero pronti al rilancio economico, sono mercati interessanti. In Egitto, Marocco e Israele si costruiscono porti, si creano Zone logistiche semplificate, si realizzano infrastrutture. E noi, che siamo ancora qui che aspettiamo la Gronda o il Terzo valico, che lottiamo con la burocrazia, dobbiamo farci trovare all’appuntamento. Ce lo dicono anche loro. Avremo ospiti internazionali che ci permetteranno di capire come l’Italia è vista da fuori, oltre ai numeri che saranno presentati dal Centro ricerche Giuseppe Bono”.
Col gas il governo sta tentando una strategia...
”Il Piano Mattei ha alcuni degli elementi che dovrebbero servire a rilanciare la cooperazione economica tra i Paesi del Mar Mediterraneo: non dobbiamo limitarci solo a pensare di costruire l’infrastruttura, o firmare un buon contratto commerciale. C’è di più: dobbiamo lavorare sulla formazione e la conoscenza reciproca. Questo è il motivo per cui racconteremo l’esperienza di tutte e quattro le gambe della nostra economia: siderurgia, agro-alimentare, costruzioni, ma anche turismo, che costituisce il 13% del prodotto interno lordo del nostro Paese e che tanto può dare proprio sul fronte della conoscenza. Serve un approccio multidisciplinare”.
Si tratta di Paesi dove i conflitti sono forti.
”E probabilmente occorreranno decenni perché questi si risolvano. Ma sta a noi comprenderne i limiti, ma soprattutto le opportunità”.
Che idea si è fatto del 2022 dello shipping italiano?
”I container frenano nei porti maggiori, i traffici di corto raggio aumentano: sono tra quelli che crede, anche quest’ottica mediterranea, che è necessario puntare su questa modalità di trasporto. Andamento schizofrenico per quanto riguarda le rinfuse solide, con la crescita del carbone nei porti che hanno ancora questo tipo di centrali, come Venezia e Civitavecchia, e boom del grano dopo gli accordi di quest’estate a valle dello blocco del Mar Nero. Stessa dinamica sui carichi liquidi, coi noli condizionati dalla guerra. I primi mesi del 2023 sono stati duri in tutti comparti, ma la ripartenza della Cina, secondo alcune analisi, produrrà un aumento generale dei traffici del 10% dalla seconda metà di quest’anno alla seconda del prossimo. Vedremo: certo complessivamente il 2022 è stato un buon anno, questo per gli effetti dell’inflazione rischia di essere più problematico”. —
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