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A dicembre una grande festa a New York in suo onore

La nuova ammiraglia prende il largo, braccio di ferro Msc-Sace sui sostegni

Al cospetto della cerimonia della consegna, persino uno tosto come Gianluigi Aponte si concede un sorriso, raccomandando alla nipotina Zoe Africa Vago, madrina della cerimonia, “di fare bene il suo lavoro, come ha sempre fatto...”

di A. Qua.
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

La hall della "Msc Seascape"

 

Monfalcone – Al cospetto della cerimonia della consegna, persino uno tosto come Gianluigi Aponte si concede un sorriso, raccomandando alla nipotina Zoe Africa Vago, madrina della cerimonia, “di fare bene il suo lavoro, come ha sempre fatto...”: le attese dell’armatore non vengono deluse, la bottiglia si frantuma sulle 170 mila tonnellate di acciaio che compongono “Msc Seascape”, la più grande nave costruita in Italia, che con il cambio della bandiera diventa la 21esima della flotta di Msc Crociere, terza compagnia mondiale del settore.

Ieri pomeriggio, scoperta una targa a bordo in onore di Giuseppe Bono, l’uomo che ha fatto grande la Fincantieri scomparso improvvisamente la scorsa settimana, la nave da crociera numero 191 realizzata dal gruppo navalmeccanico è partita per Civitavecchia, con ancora 1.500 maestranze a bordo per gli ultimi ritocchi.

Da lì imbarcherà i primi passeggeri (la capienza totale è oltre 5.600 ospiti) per la crociera transatlantica che la porterà a New York. Una grande festa il 7 dicembre, e poi via verso i Caraibi, che diventeranno la casa dell’ultima unità Msc della classe Seaside, le navi a poppa bassa e con una passeggiata che gira loro tutto intorno, progetto tutto della Fincantieri che nel 2013 conquistò Msc e la portò a realizzare per la prima volta navi in Italia.

Ma ieri sia Aponte in un colloquio informale, sia apertis verbis Pierfrancesco Vago (presidente esecutivo della Msc Crociere) al discorso cerimoniale, hanno chiesto a Matteo Salvini nella sua veste di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e forse ancor più di vicepremier di intervenire sul tema del credito all’esportazione, insieme a qualche altra frecciata sul sistema burocratico italiano in generale.

Per i cantieri navali, e ovviamente gli armatori, il credito all’export è uno strumento fondamentale, perché attraverso un’assicurazione vengono garantiti i prestiti che le compagnie ottengono per la costruzione delle navi. La Msc è svizzera, e così tutti i clienti della Fincantieri sono esteri: Carnival, Viking ecc...

La “Seascape”, spiega Vago, costa quasi un miliardo di euro, si paga in 12 anni e si ammortizza in 30: “La Sace - cioè l’agenzia del ministero delle Finanze che si occupa di credito all'export - non può diventare una banca”.

Insomma, Vago fa capire che c’è una trattativa per sostenere nuovo credito, ma evidentemente su condizioni economiche o plafond messo a disposizione non c’è punto di contatto con la Sace: “Ci sono agenzie di credito all’export che in altri Paesi sono molto aggressive, offrono davvero buone condizioni” aggiunge Vago a margine della cerimonia.

Aponte parlando con Salvini, fa proprio l’esempio della Francia, che "ha una burocrazia migliore”: e tutti sanno che Msc Crociere è l’unico cliente di livello dei Chantiers de l’Atlantique, con due navi in opzione e progetti per altre quattro.

In Italia un accordo tra Msc e Sace è più che auspicabile, visto che le commesse da mettere in cantiere sono ancora cinque unità di lusso del marchio Explora Journeys (la prima è già in costruzione a Monfalcone), parte delle quali nel cantiere di Sestri Ponente.

Il valore di tutte e sei è di 3,5 miliardi, e le ultime due della commessa sarebbero a idrogeno, per poter rispondere alle sempre più stringenti norme ambientali internazionali ed europee, in vigore dal 2023 e rispetto alle quali Msc fa pressing per un'entrata in vigore graduale, "perché - dice Vago - l'Europa ci ha dato degli obiettivi, ma non ci ha indicato alcuna strada per raggiungerli" e oggettivamente le tecnologie oggi a disposizione non permettono una transizione green su vasta scala.

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