Lorenzo Cuocolo: "Così il Salone sposa l’eco-sostenibilità: siamo il primo caso a livello europeo"
Quest’anno il Salone nautico vuole andare a nozze con l’eco-sostenibilità e a quanto pare fa sul serio: "È la prima fiera in Italia ed in Europa ad avere adottato un honor code per sé stesso e i propri espositori e fornitori" dice Lorenzo Cuocolo, che ha accompagnato il Salone nel percorso
Francesco Margiocco
Genova - Quest’anno il Salone nautico vuole andare a nozze con l’eco-sostenibilità e a quanto pare fa sul serio: "È la prima fiera in Italia ed in Europa ad avere adottato un honor code per sé stesso e i propri espositori e fornitori - dice Lorenzo Cuocolo, il professore e avvocato che ha accompagnato il Salone in questo percorso -. Tutti i fornitori ed espositori devono aderire a una carta di valori. La carta è articolata in diversi punti a loro volta raccolti in sei capitoli: emissioni nocive, gestione dei rifiuti, logistica e mobilità, food and beverage, uso dell’energia, sostenibilità sociale". Non è, assicura Cuocolo, solo una dichiarazione d’intenti: "Alla sottoscrizione del codice seguono i fatti. Gli espositori limitano l’uso di aria condizionata nei loro stand, riducono l’uso di arredi verdi cioè piante in vaso trasportate su camion da chissà dove, garantiscono ai loro dipendenti contratti con le giuste retribuzioni, limitano l’uso della moquette e si accordano con le associazioni di categoria perché venga riutilizzata nei cantieri edili, sulle travi dei ponteggi".
Il Salone riserva una parte dei parcheggi ai visitatori che arrivano con auto elettrica, grazie a un accordo con Amiu garantisce la completa differenziazione dei rifiuti e, con la collaborazione della Camera di commercio di Genova, offre negli stand gastronomici prodotti a chilometro zero. Insomma, sposa i criteri Esg di sostenibilità ambientale, sociale e governance, che significano minimo impatto ambientale, alto rispetto dei diritti umani, alta qualità del lavoro. Criteri che da anni orientano la finanza, dove proliferano le obbligazioni sociali, verdi e sostenibili, ma che per una fiera come il Salone sono una novità. I criteri Esg esistono ormai dappertutto anche se molti li usano come vogliono. Non l’Unione europea, che si è data una normativa molto stringente: è stata la Banca europea degli investimenti a emettere nel 2007 la prima obbligazione verde, e "sia l’Autorità bancaria europea, l’Eba, che la Banca centrale europea hanno fissato regole severe con effetti a cascata sulla finanza e l’industria: per essere conformi ai criteri Esg le banche devono prestare denaro soltanto a imprese a loro volta conformi ai criteri Esg, ma anche le imprese quotate, per avere la qualifica Esg, sono tenute, ad esempio, a scegliere solo tra fornitori Esg", spiega Cuocolo.
L’Italia, in questo campo, può dirsi un passo avanti persino nell’avanguardista Unione europea perché "è il primo Paese dell’Ue ad essersi dotato di una normativa sulle società benefit", cioè sulle società a scopo di lucro che però scelgono di avere anche obiettivi sociali e ambientali, come una retribuzione equa, la sostenibilità ambientale, un impatto positivo sulla comunità locale, e che accettano di sottoporsi a una valutazione. Ora l’Italia è anche il primo Paese europeo in cui una fiera adotta i criteri Esg: "Al Salone ci siamo dati regole molto stringenti. Tutto, dai consumi energetici all’uso e riuso della moquette, è sottoposto a valutazione oggettiva da parte di Ambiente e Salute, partner di Legambiente specializzata nella certificazione di eventi eco-sostenibili. Vogliamo diventare un punto di riferimento per la sostenibilità, in Italia e nel mondo".
I commenti dei lettori