“Ambriabella”, dall’abbandono al rilancio nel mondo del lusso
Il vecchio vaporetto triestino “Ambriabella” è in attesa di un nuovo investitore che finalizzi il progetto di conversione in piccolo yacht di lusso. Ecco la sua storia e quali potrebbero essere i piani per il suo futuro
di Matteo Martinuzzi
L' "Ambriabella" (fleetmon)
Monfalcone – Il vecchio vaporetto triestino “Ambriabella” è in attesa di un nuovo investitore che finalizzi il progetto di conversione in piccolo yacht di lusso. Ecco la sua storia e quali potrebbero essere i piani per il suo futuro.
Si tratta di una piccola motonave di sole 292 tonnellate di stazza lorda per una lunghezza fuori tutto di 51,8 metri. Insieme alla gemella "Dionea” venne varata dai Cantieri Felszegi a Muggia nel 1962: le due unità ebbero uno spettacolare varo simultaneo e poi furono completate presso il contiguo cantiere San Rocco.
Entrambe le navi vennero concepite come trasporti costieri che collegavano Trieste all’Istria e Grado. Quest’ultima fu la destinazione storica dell’ "Ambriabella” a partire dal luglio dello stesso anno.
L’armatore originale era la Navigazione Alto Adriatico di Trieste che operò l’imbarcazione su quella linea fino al 1976. Successivamente venne venduta a una compagnia di navigazione greca che l’utilizzò per i trasporti tra le isole del Paese: alla fine degli anni Novanta del secolo scorso si persero però le sue tracce.
Dopo una ricerca durata nove anni, un gruppo di imprenditori italiani l'ha rintracciata in un piccolo cantiere navale a circa 40 chilometri dal Pireo, in Grecia, individuandola tramite immagini satellitari.
Ormai prossima alla demolizione, la salvarono da questo destino rilevandola dal vecchio proprietario. Il 23 settembre 2009 è stata rimorchiata a Trieste, dove attualmente giace in attesa di un armatore con una visione chiara per il futuro di questa storica nave che rappresenta in miniatura la linea dei transatlantici italiani degli anni Cinquanta. Ampi piani per la conversione sono stati proposti dalla società di consulenza marittima statunitense Wissmann & Associates. L'azienda ha definito il restauro una "meravigliosa" opportunità con un grande potenziale.
In base alla proposta di trasformazione, "Ambriabella” verrebbe dotata di una suite armatoriale con un'area privata all'aperto, una cabina Vip e altre quattro cabine ospiti per una capienza complessiva di 12 passeggeri.
La dotazione alberghiera sarebbe completata da due saloni con una tavola calda, un salone da pranzo e una dispensa dedicata agli ospiti utilizzabile lontano dalle operazioni dell'equipaggio.
Prevista ovviamente anche una rimotorizzazione con motori ibridi o a gasolio-elettrico. La proposta per il restauro prende spunto dalla riuscita conversione della gemella “Dionea”, che ha subìto una conversione pluriennale conclusasi nel 2013 nel cantiere genovese T. Mariotti con il progetto di Ivana Porfiri. Oggi la “Dionea” è uno yacht a noleggio di successo che opera nel Mediterraneo occidentale: “Fa parte di un'epoca che ha mostrato il design italiano come forma d'arte” dichiara Thomas Wissman, presidente della società di consulenza.
Il costo del restauro non è stato ancora reso noto, ma “la capacità di cantiere e la giusta esperienza sono disponibili per questo progetto per un avvio immediato": nel frattempo però a Trieste lo scafo dimostra tutto il peso dei suoi anni e anche l’abbandono pluriennale
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