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Amianto, le parole di Bono (Fincantieri) scatenano la rabbia della Cgil

Genova - «Siamo allibiti e sdegnati - dice Bruno Manganaro, segretario genovese dei metalmeccanici della Fiom - l’amministratore delegato di Fincantieri si lamenta perché agli azionisti verranno distribuiti meno utili a causa dei risarcimenti per “danni provocati dall’amianto”».

MARCO GRASSO
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mezzobusto 

Genova - La polemica nasce dalle dichiarazioni di Giuseppe Bono, amministratore delegato Fincantieri, alcuni giorni fa, davanti all’assemblea degli azionisti di Trieste: «L’utile si è ridotto, mi dispiace per il dividendo, perché 40 milioni di euro li abbiamo dovuti pagare per risarcimento». Il riferimento è alle cause per i morti d’amianto. La reazione non si fa attendere e arriva dalla Cgil: «Siamo allibiti e sdegnati - replica Bruno Manganaro, segretario genovese dei metalmeccanici della Fiom - l’amministratore delegato di Fincantieri si lamenta perché agli azionisti verranno distribuiti meno utili a causa dei risarcimenti per “danni provocati dall’amianto”. Il dottor Bono non specifica che i “danni provocati” rappresentano il giusto risarcimento per le famiglie colpite dalla perdita dei loro cari deceduti a causa del mesotelioma e altre malattie correlate all’esposizione all’amianto. I fatti e le responsabilità non si possono modificare; Fincantieri è un’azienda in cui centinaia e centinaia di lavoratori si sono ammalati e sono morti perché hanno respirato la fibra di amianto».

Solo nei cantieri di Genova e Riva Trigoso oggi controllati da Fincantieri, il Renam (registro nazionale dei mesoteliomi) ha registrato 173 morti per esposizione all’asbesto. I dati risalgono al 2010. Da quell’anno, denuncia Antonio Perziano, segretario dei pensionati dello Spi-Cgil, il Cor (struttura locale del Renam) non ha le risorse per raccogliere i dati e, ad esempio, ricondurli a un particolare ambiente lavorativo: «È uno scandalo. Dal 1994 a oggi in Liguria ci sono stati oltre 3mila morti d’amianto. A fronte di questa strage dimenticata, è incomprensibile che, a fronte di un bilancio sanitario regionale di 3 miliardi e mezzo di euro, la Regione e Inail non trovino le risorse per consentire a questo presidio fondamentale di svolgere il proprio lavoro». Come noto, la fibra d’amianto agisce fino a quarant’anni di distanza dall’esposizione. L’intervento di Bono era in parte riferito alle aziende da cui l’attuale assetto di Fincantieri ha ereditato i rapporti di lavoro, come la stessa Italcantieri: «Siamo l’unico paese al mondo - ha osservato ancora Bono - che ha questo tipo di legislazione, che costringe un’azienda di oggi a risarcire gli eredi» di chi lavorava per «un’azienda di ieri». Chiaro il riferimento a Italcantieri e ai processi per le vittime di amianto. «Non è assolutamente vero che solo in Italia esiste il risarcimento danni agli eredi per causa di morte, quando a rilevarlo è un tribunale che accerta che la causa del decesso è collegata all’esposizione a sostanze nocive - replica ancora Manganaro - Non può valere anche la vecchia massima padronale: si privatizzano gli utili e si socializzano i costi, accollandoli alla collettività».

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