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Così gli spedizionieri genovesi vogliono rilanciare l’aeroporto Cristoforo Colombo

Giachero: “La Zls deve partire, è un’iniziativa a costo zero che avrà un effetto sul reshoring di attività produttive: assemblaggio, confezionamento leggero, snellimento dei processi”

Alberto Ghiara
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Un operatore dell'aeroporto di Genova

 

Il rilancio del settore cargo nell’aeroporto di Genova è un’iniziativa che è stata concepita dagli spedizionieri genovesi nel 2019, quando lo scalo ha cominciato a perdere clienti, e che si è concretizzata quest’anno con la nascita del consorzio Goas, promosso da Spediporto con un gruppo di aziende che dà lavoro a 730 dipendenti per un volume d’affari di 400 milioni di euro, a cui è stata assegnata la gestione dei magazzini del Cristoforo Colombo. Il progetto rientra nel più ampio programma di creare valore aggiunto attorno al porto, uno dei principali del Mediterraneo, che comprende anche altri tasselli come i corridoi doganali e la zona logistica semplificata. Ne abbiamo parlato con Andrea Giachero, presidente di Spediporto, l’associazione delle case di spedizione genovesi. Un pensiero va a Paolo Odone, il presidente dell’aeroporto scomparso recentemente: “Era apprezzato da tutti per l’entusiasmo e la visione. Dobbiamo continuare quello che lui ha cominciato. È una perdita enorme, ma Genova sta lavorando in maniera adeguata, portando avanti il confronto che in passato era mancato per efficientare lo scalo”.

Che programma ha Goas?
“È un’iniziativa che ha un alto valore aggiunto e strategico, determinante per il territorio, in un contesto molto difficile dopo il Covid. Il cargo aereo rappresenta il 2 per cento del volume, ma il 25 per cento del valore dell’export italiano extra Ue. L’idea nasce nel 2019, quando arrivavano a Genova 4-5 importanti compagnie aeree che poi hanno abbandonato lo scalo. Da un lato si investiva poco sul cargo, dall’altro tutti noi operatori siamo stati utilitaristi, privilegiando altri scali già sviluppati invece che efficientare il nostro. Invece un aeroporto è essenziale per un territorio e questo vale ancora di più per Genova, che ha il porto più importante del Mediterraneo e che ha in corso una riqualificazione infrastrutturale”.

Come pensate di procedere?
“Stiamo partendo da volumi zero, dobbiamo ricostruire dalle peculiarità del territorio. Nella mia attività imprenditoriale mi occupo di industria navale, mercantile e crocieristica, e spesso i flussi dei cantieri raggiungono gli scali nordeuropei per una scelta di efficienza e di tariffe. Adesso vogliamo riportare a Genova le compagnie che l’hanno abbandonata, spiegando loro il nostro progetto. Credo che per loro Genova possa diventare strategica, perché ci sono realtà, anche fuori dall’industria navale, che muovono volumi davvero importanti. Sta a noi attirarli e coinvolgere le compagnie, anche in vista dello sviluppo digitale. Per quanto riguarda le infrastrutture fisiche, Genova può già accogliere qualsiasi tipo di commodity: merci regolamentate, general cargo, opere d’arte, preziosi, deperibili, oversize”.

In che modo può influire la digitalizzazione?
“L’aeroporto di Genova non deve fare concorrenza a altre piattaforme più strutturate, ma si mette a disposizione degli altri aeroporti italiani, che sono in difficoltà per limiti soprattutto nella digitalizzazione. Questa invece in Nord Europa è stata adottata da anni per aumentare competitività, sicurezza e migliorare l’impatto ambientale. A Genova si sta creando un ecosistema che può incentivare le compagnie, a partire dall’approdo qui dei cavi sottomarini per le telecomunicazioni. La digitalizzazione dei processi sarà la chiave di volta dello sviluppo economico e sociale e Genova può superare il gap meglio di altri scali, grazie appunto ai cavi sottomarini e al 5G. I prossimi 5-6 anni saranno decisivi”.

Come si integra l'istituzione della zona logistica semplificata nel progetto per l’aeroporto?
“La Zls deve partire, è un’iniziativa a costo zero che avrà un effetto sul reshoring di attività produttive: assemblaggio, confezionamento leggero, snellimento dei processi. Zls e aree ex Ilva connesse con porto e aeroporto e con i fast corridor doganali porteranno a un decongestionamento dei nostri hub. Genova non sarà così soltanto una zona di transito, ma un polo di sviluppo: anche questo fa parte del progetto Goas. Dagli imballaggi industriali alla gestione delle merci pericolose, permetteremo ai nostri ragazzi che oggi fanno giustamente esperienza all’estero di tornare sui nostri territori a svolgere funzioni qualificate. Questo non sarà difficile utilizzando il supporto finanziario che è stato purtroppo generato da una situazione di emergenza. Nautica, crocieristica, cantieristica e riparazioni navali sono eccellenze che possono avere ricadute enormi sul territorio”.

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