Porti, logistica: il lavoro del futuro è specializzato / FOCUS
Genova - I traffici rallentano, il disavanzo complessivo dei trasporti mercantili italiani calcolato da Banca d’Italia è passato negli ultimi nove anni da -7 a -9 miliardi
Francesco Margiocco
Genova - I traffici rallentano, il disavanzo complessivo dei trasporti mercantili italiani calcolato da Banca d’Italia è passato negli ultimi nove anni da -7 a -9 miliardi, e nei prossimi sette la digitalizzazione potrebbe causare la perdita di 500 mila posti di lavoro in tutto il settore della logistica nazionale. Sembra un dramma, ma potrebbe essere una grande occasione. L’agenzia per il collocamento Randstad, una multinazionale olandese forte nella logistica e non solo - seleziona e forma i lavoratori di molti porti del mondo, Genova inclusa - è tra gli ottimisti. In un suo studio appena pubblicato scrive che di qui al 2027 «il numero di nuovi occupati potrebbe superare quello delle professioni a rischio».
Lo studio, basato su analisi quantitative e su interviste, stima in due milioni e mezzo gli addetti alla logistica in Italia, un quarto dei quali sarebbe a rischio di estinzione, mentre altri 600 mila «si dovranno aggiornare radicalmente». La ricerca di Randstad fa una rassegna delle professioni della logistica del futuro, che potrebbero entrare presto in scena: operai specializzati in programmazione e Internet delle cose; programmatori di tecnologie indossabili, droni, robot collaborativi; gestori di blockchain; addestratori di macchine intelligenti. Sono i figli di una rivoluzione che è in pieno corso e che ha il suo motore nell’e-commerce.
Uno studio della Casaleggio Associati, il think tank del Movimento 5 Stelle, stima in 35 miliardi il fatturato del commercio digitale nel 2017 e prevede che nel 2028 il 70% circa dei beni sarà venduto via Internet. I lucidi dello studio circolavano venerdì tra i delegati della Filt, la divisione trasporti della Cgil, riuniti a Genova per il loro congresso nazionale. Per i lavoratori della filiera, spiega Stefano Malorgio, l’e-commerce diventa un’opportunità: «Perché ribalta un paradigma - dice il segretario generale della Filt -. Quando compriamo in un negozio, non scegliamo sulla base del tempo che la merce ha impiegato a raggiungerlo. Ma quando compriamo via internet scegliamo anche, o soprattutto, sulla base della qualità della logistica, che diventa quasi più importante del prodotto stesso». L’e-commerce è un’opportunità se le aziende formano il personale, ma la formazione è un bene raro nelle aziende piccolissime, con meno di 10 dipendenti e dove il personale è poco specializzato e ha salari medi di 80,7 euro al giorno, 75,3 euro al giorno per i magazzinieri stando all’ultimo rapporto Confcommercio sui trasporti. Queste aziende sono la maggioranza. Un altro studio, di Excelsior-Unioncamere, dice che la logistica spicca per le basse richieste di competenze digitali: «La logistica con personale poco qualificato, è destinata a scomparire - dice Malorgio -. Nei prossimi anni avremo un’accelerazione. Le aziende dovranno decidere se subirla, e perdere posti di lavoro, o cavalcarla. Il sindacato ha un’arma: usare il contratto di lavoro per costringerle a investire nella formazione e a crescere».
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