Piano merci Trieste-Genova, saranno le Fs a dare le carte / IL RETROSCENA
Proprio mentre era in corso il sopralluogo ad Alessandria di Calogero Mauceri, commissario al Retroporto (e del Terzo Valico-Nodo ferroviario di Genova e della Tav), lunedì si è tenuta anche la prima riunione operativa del progetto Msc-Alpe Adria
Alberto Quarati
Genova - Proprio mentre era in corso il sopralluogo ad Alessandria di Calogero Mauceri, commissario al Retroporto (e del Terzo Valico-Nodo ferroviario di Genova e della Tav), lunedì si è tenuta anche la prima riunione operativa del progetto Msc-Alpe Adria - a Milano, negli uffici di Fabrizio Palenzona. Dall’incontro non trapelano molti dettagli portati sul tavolo: "Questa rete - dice stringato Maurizio Maresca, presidente di Alpe Adria - deve mettere insieme gli operatori della logistica e delle infrastrutture, a iniziare dai gruppi Fs e Msc che generano la maggior parte del traffico merci. Questa rete deve servire a promuovere la discontinuità ambientale e il riequilibrio modale con la collaborazione del ministero". Si precisano i contorni del ruolo del tutto centrale che avranno le Ferrovie nell’operazione, che deve trovare il suo spazio adeguato nei progetti del gruppo, e che hanno l’obiettivo - rafforzato nel piano industriale 2022-2031, presentato sempre lunedì, dall’ad Luigi Ferraris - di rilanciare il trasporto merci via treno, con un investimento complessivo di 2,5 miliardi.
All’incontro di Milano c’erano Federico Pittaluga, alla guida delle società di trasporto terrestre (Medlog) e dell’impresa ferroviaria (Medway) di Msc, i vertici di Alpe Adria (con Maresca, l’ad Antonio Gurrieri), il vicepresidente di Free to X - la società di Autostrade per l’Italia dedicata alla digitalizzazione - Andrea Manfron, così come Davide Maresca, consigliere di Slala, l’azienda per lo sviluppo della logistica nel Nord Ovest. La rete logistica lungo l’asse Trieste-Genova, che ha i suoi punti di interconnessione a Cervignano, Verona, Milano e Alessandria, dovrebbe essere una conseguenza (almeno per Alessandria, ma è vero anche che il progetto, se il rilancio piemontese non decollasse, potrebbe fermarsi a Milano) del piano progettuale che Mauceri prevede di presentare per giugno - e che nei fatti dovrebbe essere un aggiornamento dell’analisi trasportistica affidata nel 2018 alla società per la realizzazione della piattaforma logistica nazionale (la Uirnet, oggi diventata Digitalog).
Non c’è conflitto tra piani svizzeri-triestini e l’azione del commissario, anzi: lo studio ha come fine il rilancio dell’infrastruttura in chiave di collegamento coi porti di Genova e Savona, la sua armonizzazione con gli altri interporti del Nord Ovest. Il progetto Msc-Alpe Adria vuole, una volta rilanciata Alessandria, avviare una gestione terminalistica integrata ad altri interporti ferroviari, non una mera banchina secca dei porti liguri. Già oggi le Ferrovie stanno collaborando, attraverso Mercitalia (la holding cargo delle Fs) con un altro big svizzero, la Hupac, per il rafforzamento dei terminal di Milano Smistamento, Piacenza (pronto nel 2024) e Brescia (nel 2026). L’integrazione Mercitalia-Medway, cioè i due soggetti portatori di traffico, peraltro in parte già si concretizza con la partecipazione al 33,3% della controllata Mercitalia Rail nella stessa Alpe Adria. Non era invece sul tavolo della riunione di ieri l’ingresso di un secondo operatore a fianco di Msc: l’interesse di Dp World sull’Italia, emerso nell’accordo della scorsa settimana con il Memorandum tra il gruppo emiratino e l’Autorità di sistema portuale, su questo fronte non si è ancora manifestato.
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