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Il risiko dei traffici

Area dei container al Colombo, Derrick-Spinelli verso lo scontro

La fame di aree a Genova fa scoppiare un altra miccia in porto, o comunque nei suoi paraggi. Con una procedura in trasparenza, l’Aeroporto di Genova a settembre ha emesso un bando per l’affidamento delle aree Derrick (circa 20 mila metri quadrati)

di Alberto Quarati
1 minuto di lettura

Le aree Derrick vicino all'Aeroporto

 

La fame di aree a Genova fa scoppiare un altra miccia in porto, o comunque nei suoi paraggi. Con una procedura in trasparenza, l’Aeroporto di Genova (azionista di maggioranza l’Autorità di sistema portuale) a settembre ha emesso un bando per l’affidamento delle aree Derrick (circa 20 mila metri quadrati), destinate temporaneamente al deposito di container vuoti.

L’ente ha aggiudicato le aree al gruppo Spinelli, per un periodo di due anni a partire dall’inizio del 2023. Da quello che è noto, la società che dovrà lasciare l’area, la Derrick appunto, farà ricorso contro la decisione dell’Aeroporto.

La Derrick, come peraltro da gennaio Spinelli, si trova in quelle aree in via temporanea: il sito originario dell’azienda era infatti a Borzoli, area che l’azienda dovette abbandonare nel 2013 per lasciare spazio ai cantieri del Terzo valico.

Le cose sono andate per le lunghe, e le aree sono state restituite a Derrick con tre anni di ritardo, ma l’azienda non può tornare nel suo sito originario perché, si sostiene, manca la classica ultima firma di un ufficio comunale per poter aprire i cantieri di ripristino dell’area, ed è per questo che da parte dell’azienda partecipata dalle famiglie Schenone e Negri scatterà la contestazione davanti al giudice amministrativo. Insomma, dopo il braccio di ferro tra Spinelli e Msc sull’ex Carbonile, rischia di aprirsi un nuovo fronte tra big del porto per aree tutto sommato di piccole dimensioni, ritagli di spazio temporanei - tant’è vero che dopo il 2024 gli spazi nella zona contestata all’aeroporto dovranno essere ulteriormente decurtati per fare spazio ai parcheggi per il collegamento tra il “Colombo” e la collina degli Erzelli.

Una fame di spazio che riguarda in particolar modo il settore dei container vuoti, essenziale per i porti come quello di Genova, che hanno forti volumi di importazione ed esportazione, con la conseguente necessità di reperire equipment in maniera rapida vicino alle banchine: il caso Derrick vs. Spinelli si gioca proprio su questo fronte.

Per questa attività Genova, aiutata poco dalla geografia, ha pochi spazi, spesso precari, e sparsi vicino al porto o in aree periferiche della città. Ma di piazzale in piazzale, il primo porto italiano non somma nemmeno 200 mila metri quadrati di aree, nonostante una movimentazione annua di quasi tre milioni di container.

La Spezia, un milione e mezzo di container movimentati un un anno, dispone di 400 mila meri quadrati. Livorno, poco sotto il milione, ha 600 mila metri quadrati. Al di la delle dispute fra operatori, l’organizzazione delle aree ancillari all’attività portuale sarà un dossier caldo per il nuovo Piano regolatore oggi in cantiere a Palazzo San Giorgio. 

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