Le donne nella logistica? Sono il 22% dei lavoratori
Ci sono da sempre settori che tradizionalmente vengono considerati – a livello lavorativo – maschili o femminili. La logistica rientra tra quelli che almeno nella maggior parte dei casi sono reputati “da uomini”: si tratta però di una convinzione sbagliata

Una lavoratrice nel porto di Genova (pambianchi)
Milano – Ci sono da sempre settori che tradizionalmente vengono considerati – a livello lavorativo – maschili o femminili. La logistica rientra tra quelli che almeno nella maggior parte dei casi sono reputati “da uomini”: si tratta però di una convinzione sbagliata e i numeri sembrano dimostrarlo. “Credo – precisa Orazio Stella, senior partner di Loriga&Associati, società di ricerca e selezione – che non esistano lavori da/per uomini e lavori da o per donne. Certo, non possiamo negare che in un ambito come quello della logistica e dei trasporti le quote rosa siano ancora al minimo, ma dobbiamo anche sottolineare che, nel corso degli ultimi cinque anni, la situazione è nettamente cambiata. Secondo una nostra indagine ad esempio il numero di donne, anche in ruoli di grande responsabilità e in aziende multinazionali, è cresciuto di più del 30% negli ultimi cinque anni. Se prima infatti le aziende tendevano ad assumere una donna in ruoli definiti trasversali (come ad esempio risorse umane o amministrazione), oggi è molto più frequente per fortuna trovare una candidata che risponde ad un annuncio per area manager o per la direzione commerciale. La strada è ancora lunga, ma stiamo andando nella giusta direzione”.
LA SITUAZIONE IN EUROPA
Le donne che lavorano nel settore dei trasporti e della logistica sono solo il 22%. In Italia la presenza femminile – secondo i dati Istat – è nella media europea (21,8%, per la precisione) che si traduce, in termini assoluti, in 222 mila addette contro i 795 mila uomini.
Numeri che però si riducono sensibilmente quando si analizzano le professioni che si potrebbero definire operative: nell’autotrasporto infatti le quote rosa rappresentano il 2,1% (per un totale di 14 mila donne): “Il numero così limitato di professioniste nel settore della logistica – aggiunge Stella – è dovuto, almeno in parte, a un retaggio culturale molto radicato che purtroppo impatta sulle aziende ma anche sulle stesse candidate, che magari non prendono in considerazione un’opportunità di lavoro perché la reputano troppo lontana dalle loro competenze, inclinazioni o stile di vita. Questo però non è affatto vero e tecnologia ed innovazione possono davvero rendere il settore più accessibile. L’innovazione però non deve limitarsi all’aspetto digitale, ma andare oltre e includere anche la cultura perché le quote rosa, nel settore della logistica e dei trasporti, possano aumentare costantemente e sempre di più”.
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