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Masucci: «Non esistono solo container e crociere» / INTERVISTA

Napoli - Inizia la nuova avventura dell’avvocato Umberto Masucci alla guida di F2I Holding Portuale, società nuova di zecca che dagli aeroporti approda nel settore portuale dopo l’acquisizione di Porto di Carrara spa cui fanno capo i terminal di Marina di Carrara, Venezia e Chioggia

Bianca d’Antonio
2 minuti di lettura

Napoli - Inizia la nuova avventura dell’avvocato Umberto Masucci alla guida di F2I Holding Portuale, società nuova di zecca che dagli aeroporti approda nel settore portuale dopo l’acquisizione di Porto di Carrara spa cui fanno capo i terminal di Marina di Carrara, Venezia e Chioggia. Masucci, avvocato napoletano, da sempre presente nel mondo dello shipping dove ha ricoperto i ruoli di presidente mondiale, europeo e nazionale degli agenti marittimi, presidente nazionale del Propeller Club e vicepresidente della Federazione del Mare, affronta la presidenza di F2I Holding Portuale puntando a nuove acquisizioni ed a fare rete nel settore terminalistico con il grande entusiasmo che lo contraddistingue in tutto quello che fa.

Cosa l’ha spinta ad accettare questo ruolo ai vertici di una società che debutta in un settore anche per lei stessa nuovo?

«Ho giudicato molto positivo l’ingresso di F2I nel mondo della portualità quale riconoscimento dell’importanza strategica dei porti italiani nel sistema logistico nazionale. L’Italia è un paese di trasformazione di materie prime in prodotti lavorati e l’efficienza dei nostri porti è fondamentale per garantire una logistica adeguata all’import-export italiano. All’inizio degli anni ’90 è nata in Italia la figura del terminalista portuale con agenti marittimi, armatori, spedizionieri, imprese di imbarco e sbarco che hanno investito in porto ed hanno innovato positivamente il sistema portuale italiano. Ora, dopo trent’anni, il mondo è molto cambiato, le globalizzazioni hanno richiesto investimenti sempre più importanti, vi è necessità di nuove attrezzature, aggiungiamo che in alcuni casi si pongono anche problemi di passaggi generazionali problematici. In questo quadro, ho sposato in pieno il progetto del primo fondo infrastrutturale italiano ed ho messo a disposizione di F2I il mio bagaglio di esperienze e di relazioni nel settore portuale».

Qual è l’obiettivo prioritario?

«Sono da tanti anni nel mondo dei porti e penso che facciamo spesso l’errore di concentrarci solo sui containers e sui crocieristi: sono certamente settori importantissimi ma spesso dimentichiamo che il settore del carico secco, del project cargo, del siderurgico, delle granaglie rappresenta una quota rilevante dell’economia dei nostri porti. Da queste merci è partita – e lo giudico molto positivo – la strategia di acquisizioni e di aggregazioni nel settore portuale di F2I. Mi sembra anche molto significativo il fatto che il nome della società sia stato modificato in F2I Holding Portuale Spa (FHP) a testimonianza di una ampia strategia portuale che F2I intende portare avanti».

Che ne pensa dei problemi giudiziari che hanno colpito i porti italiani?

«Conosco personalmente quasi tutti i vertici delle AdSP italiane e devo dire che sono molto dispiaciuto e preoccupato per le vicende giudiziarie che hanno toccato molti dei nostri porti. Dispiaciuto per Presidenti e Segretari che sono stati colpiti da indagini ed interdizioni, proveranno la loro posizione ma resterà purtroppo per loro, servitori dello Stato, di aver vissuto un momento veramente difficile. Sono molto preoccupato perché si corre il rischio di ritardare o bloccare quel processo di rinnovamento dei porti positivamente avviato con la riforma del 2016».

Richieste al nuovo ministero?

«Nessuna richiesta particolare, solo quella di dare priorità al settore portuale, un po’ dimenticato negli ultimi due anni. Avevamo tutti grandi aspettative dopo la riforma Delrio ma ci siamo fermati e buone nomine ed azioni positive nei vari porti ma non sempre coordinate a livello nazionale. Ripartiamo con le semplificazioni e le sburocratizzazioni, attiviamo subito il Tavolo nazionale di coordinamento delle AdSP, procediamo quindi con una strategia portuale che spinga gli investitori a mettere soldi e progetti nei nostri porti. FHP è pronta a svolgere il suo ruolo nei porti così come F2I ha fatto molto positivamente negli aeroporti italiani».

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