«Un patto con le famiglie genovesi per investire sui depositi portuali» / INTERVISTA
Vsl Club spa rafforza l’alleanza con le famiglie genovesi cui fa capo Depositi portuali spa, con l’obiettivo di far crescere le aziende della holding ma anche di affacciarsi insieme sul mercato a caccia di nuove occasioni
Monica Zunino
Genova - Vsl Club spa rafforza l’alleanza con le famiglie genovesi cui fa capo Depositi portuali spa, con l’obiettivo di far crescere le aziende della holding ma anche di affacciarsi insieme sul mercato a caccia di nuove occasioni di business. Fabrizio Vettosi, fondatore e direttore di Vsl Club, specializzata nel mondo dell’industria marittima, spiega l’operazione e rilancia il progetto presentato dagli alleati-soci per ampliarsi a Ponte Somalia, bocciato dall’Autorità di sistema portuale del Mar ligure Occidentale che in quell’area vuole mettere i depositi chimici di Superba e Carmagnani.
Di operazione si tratta?
«Consiste in un aumento di capitale di Vsl club riservato a Depositi portuali spa, la holding che controlla Saar e partecipa a Sampierdarena Olii, che la porterà ad avere una partecipazione del 10%. A sua volta, con il ricavato Vsl club acquisirà il 10% di Depositi portuali. Quindi Depositi portuali e le famiglie che la controllano, Costa, Marsano e Campanini-Bonomi si rafforzeranno in Vsl club – dove è già presente come azionista Saar con una quota inferiore al 5% - salendo attorno al 15% al netto degli strumenti finanziari partecipativi. Paolo Marsano entrerà nel consiglio, dove siede già Beppe Costa, figura di riferimento di Depositi portuali».
Quali sono le finalità?
«L’operazione ha una logica industriale. Da un lato Depositi portuali si apre a partecipare più attivamente alla nostra operatività, quindi ad avere un occhio globale su tutte le attività che vanno dagli investimenti al lavoro di advisory nel mondo portuale e marittimo, mentre noi entriamo nella compagine dell’azienda e cerchiamo di accompagnarne lo sviluppo futuro, che passa attraverso anche l’entrata in forza delle nuove generazioni che hanno l’ambizione di crescere, sia per linee interne sia attraverso acquisizioni. Depositi portuali è oggi il maggior centro logistico per gli olii vegetali, prodotti edibili e prodotti chimici che opera in alto Tirreno, inclusi anche Francia e Spagna e spero che potrebbe essere un polo aggregante di altre realtà simili in Italia».
Intanto però l’Adsp ha respinto il progetto di Sampierdarena Olii, Silomar e Saar Depositi portuali, per la realizzazione di un deposito di rinfuse liquide, alimentari e non, a Ponte Somalia.
«Mi auguro che il progetto ci sia ancora. Noi abbiamo assistito Depositi portuali Saar per la presentazione dell’istanza, che prevede 25 milioni di investimento senza nessuna contribuzione pubblica. Quando leggo che nel piano di impresa della Superba c’è anche la costruzione di 30 mila metri cubi di cisterne di acciaio inox, mi chiedo se si tratti solo del trasferimento di prodotti infiammabili da Multedo a ponte Somalia o se non sia un’attività in competizione per sviluppare altri prodotti perché le cisterne in acciaio inox servono per gli edibili e i chimici. Ma se è così non chiedi i contributi pubblici. I 30 milioni pubblici sono per la delocalizzazione. Se qualcuno mi spiega che sbaglio ne prendo atto».
Com’è il momento per il mondo marittimo?
«I due settori che oggi vanno bene purtroppo non vedono protagonisti italiani. Se consideriamo che Aponte non è italiano, non abbiamo una società container in Italia e non abbiamo ormai più operatori, eccetto d’Amico, di un certo spessore nel settore bulk. Sono i due settori che vanno bene, quindi non beneficiamo di questo. Per il resto, sul fatto che i noli siano alti o bassi, è il mercato che li fa. Sostanzialmente il mercato dei noli container è in tensione più per la congestione dei porti e dei retroporti che per la domanda, anche perché la domanda è aumentata in un tempo molto stretto, l’esigenza di fare o rifare le scorte è stata limitata a un periodo molto ristretto e non tutti i porti avevano infrastrutture capaci di evadere nei retroporti le merci che si sono congestionate. Quindi porti e retroporti si sono congestionati e da qui la mancanza di stiva. E’ una situazione che secondo me si andrà a normalizzare nel 2022».
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