L’orgoglio di Fedepiloti: "Noi fondamentali, garantiamo sicurezza"
Roma - Luigi Mennella è abituato per mestiere a navigare in mezzo alle tempeste. Ma ieri il capo dei piloti italiani, presidente della maggiore associazione di settore, ha ricevuto anche un grande aiuto dal ministro dei Trasporti Enrico Giovannini
Simone Gallotti, inviato
Roma - Luigi Mennella è abituato per mestiere a navigare in mezzo alle tempeste. Ma ieri il capo dei piloti italiani, presidente della maggiore associazione di settore, ha ricevuto anche un grande aiuto quando il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini, presente in prima fila alla 75esima assemblea di Fedepiloti, ha ricordato la necessità di "uno spirito di collaborazione" tra le associazioni "per superare le divisioni e presentarsi compatte di fronte alle sfide del Paese": Fedepiloti segna così un punto decisivo e Mennella può lasciare il timone a Leo Morolla, capo dei piloti del porto di Brindisi. Sul tavolo rimane comunque la necessità di riforma anche se è l’intero settore ad aver bisogno di una registrata. I piloti difendono con forza il proprio ruolo così peculiare e "fondamentale anche per la sicurezza degli scali" dice Mennella. I servizi tecnico nautici – e quindi anche i piloti – "garantiscono la terzietà" così che l’ingresso in banchina – e quindi la competitività del nostro sistema – vengano preservati: "Il nostro è un modello irrinunciabile che va preservato" dice Mennella.
Il ministro partecipa in prima fila all’assemblea dei piloti che rapidamente si trasforma negli stati generali dello shipping. Ed è Giovannini, con un intervento che potrebbe essere ricordato come "il discorso di Simcity" a dare una scossa al cluster. A sorpresa il titolare del Mims cita il videogioco di simulazione che consentiva di creare e gestire sul computer una città e i suoi servizi, per spiegare come non esista anche nella realtà un trucchetto che permette di accelerare i tempi. E subito dopo annuncia a sorpresa che Giovanni Pettorino, l’ammiraglio ex comandante generale della Capitaneria di porto, ex commissario dell’Autorità portuale di Genova e più recentemente di quella di Ancona, "da oggi sarà il nuovo super consulente scelto dal ministero sulla portualità" dice Giovannini. In sala le molte divise della capitaneria guidate dall’ammiraglio Nicola Carlone sono visibilmente soddisfatte.
I presidenti dei porti un pochino meno. Perché equivale "a un commissariamento. O persino a una militarizzazione dei nostri temi" spiega un presidente di uno scalo, rigorosamente anonimo: "E’ però chiaro che la figura è di grande caratura e quindi incontestabile". Il presidente di Assoporti Rodolfo Giampieri sul palco dice però di essere "contento della nomina". Le associazioni approvano la scelta. Luigi Merlo guida Federlogistica e dice "è un’ottima notizia per il settore", Raffaella Paita, presidente della commissione Trasporti alla Camera, è sulla stessa lunghezza: "E’ una scelta di altissimo profilo". Sul fronte politico invece si segnala l’asse tra Lega e Pd sul tema dell’autoproduzione perché sia Davide Gariglio che Edoardo Rixi hanno bocciato ritenendo "inopportuni" gli emendamenti che vogliono consentire questa pratica nei porti italiani.
Il tema centrale rimane il pilotaggio. E non è un caso che Stefano Messina, presidente di Assarmatori - in sostanza la controparte dei piloti - ricordi che "c’è stato un confronto serrato, ma trasparente" e Mario Mattioli, numero uno di Confitarma ha invece auspicato "un ritorno all’unione tra i piloti", tema ricorrente soprattutto dopo lo strappo dei "genovesi" di qualche giorno fa che ha dato vita alla terza associazione. Alessandro Santi, presidente degli agenti marittimi, vola alto con l’analisi sugli scenari dei traffici con la guerra in Ucraina che ha aggravato un quadro già complicato per via della crisi delle materie prime. Ed ecco perché alla fine l’assemblea di Fedepiloti assomigliava molto agli Stati generali dell’economia marittima italiana: potrebbe essere stato il primo confronto di una stagione di riforme che richiede un po’ tutto il settore.
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