Guerra in Ucraina, sono 500 i marittimi bloccati nei porti del Mar Nero e del Mar d’Azov. Chiesti corridoi umanitari
Gli equipaggi sono a bordo di 109 navi ormeggiate nei porti ucraini, nel Mar Nero e nel Mar d'Azov, e sono in attesa di essere evacuati. A fare il punto della situazione è l'Ics, International chamber of shipping, l'organizzazione marittima che rappresenta circa l'80% della flotta mercantile mondiale che chiede la conservazione dei corridoi umanitari per portare fuori i marittimi

Il porto della città ucraina di Berdyansk, che si affaccia sul Mare di Azov
(afp)Genova - Ci sono ancora 500 marittimi bloccati a bordo di 109 navi nei porti ucraini, nel Mar Nero e nel Mar d'Azov, in attesa di essere evacuati. A fare il punto della situazione è l'Ics, International chamber of shipping, l'organizzazione marittima che rappresenta circa l'80% della flotta mercantile mondiale che chiede la conservazione dei corridoi umanitari per portare fuori i marittimi.
Millecinquecento dei 2.000 marittimi che erano rimasti intrappolati sei settimane fa sono stati sgomberati attraverso corridoi umanitari, ma ne restano appunto altri 500. E alcuni dei 1.500 sono ancora in attesa dell'ulteriore trasferimento da località costiere in Ucraina per il rimpatrio. I duemila marittimi provengono da 27 diversi Paesi, con una rappresentanza più consistente delle Filippine e dell'India, ma ci sono anche marittimi ucraini, russi, cinesi, danesi, greci e turchi.
L'Ics insieme con l'Imo ha raccolto i dati che individuano l'ubicazione di 99 navi, sono soprattutto portarinfuse (42) o navi da carico generale (38), bloccate a Mykolaiv (25), Chornomorsk (23), Kherson (16), Odessa (10), Berdyansk (8), Pivdennyi (6), Mariupol (5), Nika Tera (2), Ochakiv (2) , Izmail (1) e Yuzhny (1). "La via di fuga dall'"apocalisse" come l'ha definita il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres deve essere aperta anche a questi marittimi" sottolinea Natalie Shaw, director of employment affairs di Ics.
"Il nostro focus è su quelli ancora a bordo. Continueremo a fare tutto il possibile per facilitare il loro passaggio sicuro fuori dalle aree colpite e, nel frattempo, collaboreremo con le agenzie umanitarie per garantire la consegna degli aiuti umanitari alle persone ancora colpite".
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