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Ignazio Messina: “Sfruttare al meglio le aree siderurgiche di Cornigliano. Sì alla creazione di un hub logistico”

“Ci siamo ormai rassegnati al fatto che uno dei due poli contenitori nel bacino di Sampierdarena non sarà più realizzato sulle banchine Ronco-Canepa-Libia – così come era previsto nel Prp vigente, quello del 2001”

Matteo Dell'Antico
2 minuti di lettura

Ignazio Messina, armatore e terminalista genovese

 

Genova – «Come giudico lo stato di salute del porto di Genova? Come una nave con tanti anni di navigazione – esordisce Ignazio Messina, amministratore delegato del gruppo armatoriale e terminalistico Messina - a cui non è stata fatta molta manutenzione e che ha bisogno di un grande refitting. A parte le battute e se penso al Piano regolatore portuale (Prp) approvato definitivamente nel 2001, in più di vent’anni non si è riusciti ancora a terminare neppure due riempimenti (Bettolo e Canepa-Libia) su tre dei previsti nel bacino di Sampierdarena (il terzo non ha più senso realizzarlo) e il porto di Pra’ è ancora quello di allora, a parte l’autorizzazione a installare delle gru più alte e performanti grazie al miglioramento dell’air draft per il vicino aeroporto. Ripensando, poi, agli aggiornamenti al Prp suggeriti durante la presidenza Merlo nel 2014, dopo quasi dieci anni si è approvata “solo” la nuova diga foranea».

«Tuttavia - continua Messina - oggi la situazione non è così negativa, almeno in prospettiva, se si pensa che l’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale sotto la presidenza Signorini è diventata una delle più grandi stazioni appaltanti nel Nord Ovest d’Italia e che si sta cercando di recuperare il tempo passato: a breve inizieranno i lavori della nuova diga foranea davanti a Genova Sampierdarena, si stanno ammodernizzando i parchi ferroviari dei principali terminal contenitori e i parchi ferroviari di appoggio agli stessi, si sta realizzando la nuova viabilità in sopraelevata con il nuovo varco di ponente a Sampierdarena e il nuovo viadotto stradale a Pra’. Finalmente qualcosa si muove anche se dovremo aspettare diversi anni per vedere terminate queste opere».

Capitolo infrastrutture: oltre alla nuova diga foranea del porto di Genova, quali sono le altre opere fondamentali per lo sviluppo dello scalo?
«Dovranno essere migliorati ancora i collegamenti terrestri del porto di Genova, sia stradali sia ferroviari, per poter davvero crescere come traffico senza subire ritardi e congestioni come ormai avviene da diversi anni. Non solo all’interno del porto ma anche all’esterno, ad esempio le autostrade che collegano Genova con il Nord sono ormai anacronistiche e sempre intasate e tanto traffico eccezionale ormai non guarda più al porto di Genova ma si dirige ormai automaticamente sui porti dell’Adriatico anche se la maggior parte di questa tipologia di traffico nasce in Lombardia».

Si parla molto di un possibile hub della logistica nelle aree ex Ilva di Cornigliano. E’ favorevole? Oppure questi spazi dovrebbero essere impiegati in maniera differente?
«Siamo molto favorevoli alla realizzazione di un hub della logistica nelle aree di Cornigliano, manca a Genova e molti sono i pretendenti a giustificazione delle reali esigenze dell’economia e del mercato. Con il massimo rispetto dei lavoratori e della loro posizione che non solo rispetto ma condivido, almeno immedesimandomi in loro a cui sono state fatte troppe promesse che non si sono mantenute nel tempo, i presupposti dell’Accordo di Cornigliano per la identificazione delle aree tra parte industriale e parte commerciale, erano legati a un numero di lavoratori che nel tempo si è ridotto a un terzo e credo che oggi sia maturato il tempo per ridefinire l’utilizzo di quelle aree».

Parliamo del gruppo Messina: quali progetti di sviluppo avete su Genova nel medio-lungo termine?
«Molto a malincuore e con un forte disagio che cerchiamo di non manifestare più in pubblico come eravamo abituati a fare nel passato, ci siamo ormai rassegnati al fatto che uno dei due poli contenitori nel bacino di Sampierdarena non sarà più realizzato sulle banchine Ronco-Canepa-Libia – così come era previsto nel Prp vigente, quello del 2001 – perché tutta la programmazione delle infrastrutture va in senso nettamente contrario a questa previsione e, ormai da due anni, stiamo riconvertendo la nostra attività a un vero e proprio terminal multipurpose in grado di movimentare contemporaneamente contenitori, rotabili e merce varia di ogni genere».

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