La bretella Carcare-Predosa entra nel piano della Regione Liguria
Savona - Approvato il Piano Territoriale Regionale, si apre un ulteriore spiraglio per vedere un giorno realizzati interventi preziosi come la futura bretella autostradale Albenga (o Borghetto)-Carcare-Pedrosa. Il testo del documento varato dalla Commissione Territorio ed Ambiente della Regione verrà portato in Consiglio regionale entro la fine di gennaio
Giovanni Vaccaro
Savona - Approvato il Piano Territoriale Regionale, si apre un ulteriore spiraglio per vedere un giorno realizzati interventi preziosi come la futura bretella autostradale Albenga (o Borghetto)-Carcare-Pedrosa. Nel testo del documento varato dalla Commissione Territorio ed Ambiente della Regione, che verrà portato in Consiglio regionale entro la fine di gennaio, sono stati inseriti diversi progetti che finora ne erano esclusi. Di fatto l’inserimento delle nuove infrastrutture permetterà di abbreviare l’iter una volta che il percorso per la loro realizzazione entrerà nel vivo: «Il Piano Territoriale - commenta l’assessore regionale all’Urbanistica, Marco Scajola - è uno strumento di pianificazione atteso dal 1997. È un progetto importante, il cui iter è iniziato nella precedente legislatura, che nasce da un confronto diretto con il territorio». All’interno del Piano è previsto un quadro delle infrastrutture, che sarà il riferimento della pianificazione su scala regionale, che comprende anche la Gronda di Ponente, Gronda di Levante, la statale 28 Armo-Cantarana, l’Aurelia Bis (nell’Imperiese e nello Spezzino).
La bretella autostradale Albenga-Carcare-Predosa, ora ribattezzata “Passaggio a Nord-Ovest”, permetterebbe di deviare il traffico turistico dal nodo genovese della A10, alleggerendo il traffico nel tratto tra Savona e Genova. Enti locali, associazioni di categoria del turismo e imprese del Savonese e dell’Alessandrino la invocano da almeno 30 anni. I primi perché vorrebbero un’alternativa viaria che cancelli l’immagine delle code perenni e attiri i turisti in Riviera, le aziende e l’Unione industriali perché i collegamenti deficitari sono una spada di Damocle che fa aumentare i costi e rende i traffici poco competitivi rispetto ad altre regioni. Da anni la chiede anche la Fita-Cna, che rappresenta le aziende dell’autotrasporto, penalizzate dal fatto di avere i camion fermi in coda sull’autostrada, quindi meno produttivi.
Senza contare lo stress per gli autisti che non riescono a rispettare i tempi di guida e di consegna, salvo fare meno viaggi. Il problema è che finora si è ragionato su ipotesi. Anche se fosse costruita a tempo di record, cosa che in Italia raramente accade, non sarebbe pronta prima del 2026. Luciano Pasquale, presidente della Fondazione De Mari, è già pronto a pagare il progetto. Però poi bisognerà trovare circa cinque miliardi di euro per i lavori. Il percorso sarà realizzato in galleria per 45 chilometri (69% del totale), per cinque chilometri su viadotto (13%) e per 14 chilometri su rilevato (18%): «Con un chilometraggio contenuto – spiega il presidente della Provincia, Pierangelo Olivieri che è anche sindaco di Calizzano in Alta Valle Bormida - rappresenterà un potenziamento indispensabile alla mobilità per i commerci, le esigenze di vita, gli spostamenti di salute e per un comparto come i servizi turistici, logistici, portuali».
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