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L’appello delle associazioni di categoria

“Brennero, basta con le limitazioni unilaterali dell’Austria”

Il Land austriaco del Tirolo da anni porta avanti una politica volta a limitare il transito di mezzi pesanti non tirolesi attraverso la propria regione. Questa politica selettiva colpisce in particolar modo l’economia italiana

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Una coda sull'Autostrada del Brennero, all'altezza di Vipiteno

 (ansa)

Roma - Il Land austriaco del Tirolo da anni porta avanti una politica volta a limitare il transito di mezzi pesanti non tirolesi attraverso la propria regione. Questa politica selettiva colpisce in particolar modo l’economia italiana, dal momento che dal Brennero transita oltre il 10% delle importazioni e delle esportazioni italiane.

Si tratta di gran lunga della rotta commerciale via terra più importante per l’Italia. Infatti, il 70% delle esportazioni terrestri passano attraverso le Alpi, e di queste la massima parte attraverso il Brennero, il passo che unisce le due principali manifatture d’Europa, quella tedesca e quella italiana.

I divieti di circolazione tirolesi formalmente sono misure ambientali atte a garantire i valori limite della qualità dell’aria. In realtà, si tratta palesemente di limitazioni discrezionali del traffico merci europeo volte a favorire le imprese austriache.

Innanzitutto, va ricordato come ormai da diversi anni non siano stati registrati superamenti dei valori limite lungo l’asse autostradale tirolese. In secondo luogo, va ricordato come il divieto notturno di transito, attualmente la misura tirolese più restrittiva, non impatti in alcun modo positivamente sulla qualità dell’aria lungo l’asse autostradale, “producendo – sostengono le associazioni dell’autotrasporto – al contrario una concentrazione dei traffici durante il giorno, provocando code, disagi e inquinamento”: oltre ai divieti di circolazione è in vigore anche un sistema di dosaggio al confine austro-tedesco per i mezzi diretti verso l’Italia.

Questo sistema, quando attivato, crea lunghissime code con tempi di attesa attorno alle tre-quattro ore per attraversare un confine Schengen nell’Unione europea: l’Anita, la Cna Fita, la Confartigianato Trasporti, la Conftrasporto e l’Uniontrasporti, società del sistema camerale italiano per questioni trasportistiche, hanno trasmesso congiuntamente al ministro dei Traspoirti, Matteo Salvini, un documento relativo alla situazione insostenibile al Brennero.

Il documento raccoglie le posizioni e le richieste delle associazioni e del sistema camerale: “Il nostro auspicio è che si arrivi in fretta a una soluzione, nell’interesse del comparto dei trasporti e dell’economia italiana”, sottolinea Thomas Baumgartner, presidente dell’Anita, facendo riferimento al fatto che da anni la Commissione europea non interviene per risolvere la situazione.

Secondo Patrizio Ricci, presidente della Cna Fita, "i divieti di circolazione tirolesi rappresentano una limitazione discriminatoria e illegittima. Da tempo chiediamo con forza che vengano prese le necessarie misure contro una decisione unilaterale contraria ai principi europei e che penalizza le imprese di autotrasporto del nostro Paese".

Aggiunge il Presidente di Confartigianato Trasporti, Amadeo Genedani: "Ci auguriamo che il ministro Salvini tuteli le imprese di autotrasporto italiane ripristinando parità di condizioni a beneficio della produzione nazionale. È ora di dire basta alle discriminazioni e alla violazione del diritto comunitario attuate dal Tirolo. Speriamo sia la volta buona che il Governo italiano si faccia rispettare." “È giunto il momento di risolvere questo problema anti-europeo. Da troppo tempo le parole rimangono sulla carta. Conftrasporto sarà al fianco del ministro se vorrà risolvere questo problema”, dichiara il presidente della Conftrasporto, Paolo Uggè.

Il presidente della Uniontrasporti, Alberto Zambianchi, chiarisce: “Il Brennero non è un problema dell’autotrasporto italiano, ma un problema dell’economia nazionale intera. Se l’Austria limita il commercio italiano sulla rotta commerciale più importante via terra a pagarne la conseguenza è il sistema Paese. Il fatto che le associazioni dell’autotrasporto si rivolgano in maniera coesa e congiunta al ministro Salvini sottolinea la forte preoccupazione che c’è per questo tema!” I presidenti delle quattro associazioni e di Uniontrasporti concordano sul fatto che la questione va finalmente risolta per garantire alle imprese e ai singoli conducenti di lavorare in un contesto nel quale i loro diritti nonché la libera concorrenza e circolazione vengano pienamente rispettati.

L’appello a Salvini è un’iniziativa congiunta delle associazioni di categoria Anita, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Conftrasporto e Uniontrasporti, società in-house del sistema camerale italiano per questioni trasportistiche. 

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