Marittimi scomparsi a bordo, il triste primato del 2020
L’aspetto del supporto psicologico diventa rilevante e di primaria importanza nel momento in cui un componente dell’equipaggio esprime il suo disagio aggredendo o ferendo un compagno di lavoro oppure se stesso
Elisa Gosti
Genova - La salute e l’equilibrio psico-fisico dei membri dell’equipaggio rappresentano una componente fondamentale per una navigazione sicura. «Ad allarmarci sono le cifre. Il numero delle aggressioni compiute da marittimi nei confronti di propri colleghi di equipaggio, così come il numero di suicidi e di persone scomparse a bordo, ha raggiunto cifre record nel 2020». Le parole di Dustin Eno, chief operating officer di Navigate Response, sono avvallate da analisi specialistiche. Uno studio pubblicato sull’International Journal of Stress Management da Jaganathan Rengamani e Sakhtivel Murugan ha rilevato che la separazione dalle famiglie è stata la causa principale dello stress provato dal personale di bordo.
Un altro studio pubblicato nel 2019 dall’International Transport Workers’ Federation Seafarers’ Trust e dalla Yale University ha evidenziato come i marittimi risultassero particolarmente infelici proprio nel momento in cui la loro permanenza a bordo veniva prolungata. Per molti, la separazione vissuta nel corso del 2020 a causa della pandemia ha avuto una durata impensabile in tempi moderni, ripercuotendosi sulla loro salute mentale.
L’aspetto del supporto psicologico diventa rilevante e di primaria importanza nel momento in cui un componente dell’equipaggio esprime il suo disagio aggredendo o ferendo un compagno di lavoro oppure se stesso. Ma non è necessario arrivare a questi episodi estremi: basti pensare che uno stato di salute mentale non consono può causare una perdita di concentrazione e di attenzione nell’adempimento di alcune mansioni, provocando magari il rischio di collisione oppure altre conseguenze sullo stato di salute quali depressione, distrazione o, peggio ancora, attacchi di cuore. L’isolamento è una delle problematiche maggiori che incorrono a bordo ed è anche una delle più semplici da comprendere, ma non delle più facili da risolvere. A questo problema è possibile cercare di trovare soluzioni che, quantomeno, se proprio non riescano a ridurlo, ne diminuiscano il peso. Le compagnie di navigazione, ad esempio, suggeriscono le analisi degli esperti, potrebbero mettere a disposizione connessioni internet, così da permettere ai marittimi di rimanere in contatto con la famiglia, gli amici, i parenti, o con altre strutture di supporto nel proprio paese di origine. Occorre ovviamente stare attenti alle contro-indicazioni e gestire attentamente la situazione perché un uso illimitato dei social media, riducendo la presenza nelle aree comuni e di ritrovo dell’equipaggio, potrebbe, paradossalmente, contribuire ad un’intensificazione dell’isolamento del personale di bordo. Per questo motivo si potrebbe pensare di rendere disponibile il wi-fi solo nelle mense per realizzare un giusto bilanciamento tra il bisogno di contatto con i propri cari a terra e la condivisione della vita e del lavoro a bordo.
Per capire l’importanza del problema occorre avere ben chiaro che l’isolamento è un rischio per la salute dei marittimi ma che, allo stesso tempo, può diventarlo anche per la salvaguardia e la sicurezza delle navi dove questi ultimi si trovano ad operare. Quando si pensa alla salvaguardia, infatti, occorre farlo con una mentalità inclusiva, tenendo conto che non solo la salute fisica ha un’importanza fondamentale ma anche lo stato psichico e mentale, poiché determina l’equilibrio del comportamento, nelle mansioni di lavoro e nel gruppo, di ogni marittimo che si trova a bordo.
I commenti dei lettori