Achille Onorato: «Più Sardegna nel nostro futuro» / INTERVISTA
«È troppo presto per avere indicazioni definitive. Di certo anche il turismo da e per la Sardegna ha sofferto della recessione che ha colpito il settore in Italia».

IL GRANDE esodo è finito, ormai a fine estate le compagnie cominciano a compilare i bilanci. Soprattutto i traghetti. Achille Onorato, figlio di Vincenzo e amministratore delegato di Moby Lines, è l’uomo di punta del gruppo che mette insieme Moby e Tirrenia: una flotta di oltre 30 navi, contando anche i ferry di Toremar, la “piccola” della galassia Onorato che collega le isole della Toscana. Qualche segnale c’è, manca però una vera ripresa anche in termini economici.
La stagione è quasi terminata, si contano più i rientri delle partenze. Com’è andata?
«È troppo presto per avere indicazioni definitive. Di certo anche il turismo da e per la Sardegna ha sofferto della recessione che ha colpito il settore in Italia. Le prime analisi sull’andamento dei traghetti da e verso le principali destinazioni turistiche, specie in Sardegna, evidenziavano una flessione, rispetto alla quale abbiamo registrato un netto recupero a fine luglio e in agosto. In termini generali il numero dei passeggeri da e per le isole è nettamente inferiore e “meno pagante” rispetto a quattro o cinque anni addietro».
Due marchi storici dell’armamento italiano stanno per fondersi. Cosa cambierà con il matrimonio di Moby e Tirrenia?
«Dal punto di vista strettamente operativo nulla. Dal punto di vista dell’assetto legale si tratta di un segnale importante di attenzione alla Sardegna - che fra l’altro beneficerà del trasferimento di Moby e di Tirrenia attraverso l’acquisizione di importanti entrate fiscali - sempre più al centro dei progetti di sviluppo del gruppo Onorato. Sardegna rispetto alla quale Moby e Tirrenia hanno investito e stanno investendo in modo sinergico anche nello sviluppo del territorio e nello sforzo massiccio di una destagionalizzazione del turismo nell’Isola. In questa ottica lo sforzo in atto di offrire tariffe sempre più basse rappresenta il pilastro della strategia del gruppo».