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Tirrenia verso la chiusura delle sedi di Napoli e Cagliari

Cagliari - Nubi nerissime si addensano anche sul personale navigante: il verbale dell’incontro con i sindacati parla di un migliaio di esuberi fin da settembre 2020.

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Cagliari - Tirrenia Cin chiuderà le sedi amministrative di Napoli e Cagliari e ne trasferirà i dipendenti in altri uffici, in particolare a Portoferraio, Livorno e Milano. Secondo diverse agenzie di stampa, la società di navigazione ha comunicato le decisioni ieri a Roma alle segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. Nubi nerissime si addensano anche sul personale navigante: il verbale dell’incontro parla di un migliaio di esuberi fin da settembre 2020, come conseguenza dell’imminente scadenza - luglio 2020 - della convenzione da 72 milioni di euro per le rotte della continuità territoriale marittima della Sardegna e della Sicilia. Non si prospetta alcuna proroga, anzi il governo, anche in base a un parere dell’Antitrust, sta lavorando a una gara pubblica.

In Sardegna il progetto di riorganizzazione, avviato già all’inizio dell’anno, riguarda 25 lavoratori, come evidenzia il segretario generale della Filt Cgil Sardegna, Arnaldo Boeddu. «A questi si debbono aggiungere anche quelli indiretti», precisa il sindacalista. «Anche qualora Tirrenia dovesse riuscire a ricollocare tutti in altre sedi, così come dichiarato ma non garantito, per i lavoratori con sede Sardegna sarebbe di fatto un licenziamento mascherato». I sindacati hanno contestato l’informativa della società, riservandosi azioni di protesta.

La nota dei sindacati
«La prospettiva di 1.000 esuberi tra il personale marittimo a partire dal 2020 e della chiusura delle sedi amministrative di Napoli e Cagliari con trasferimento coatto di tutto il personale nelle sedi di Portoferraio, Livorno e Milano, appare inverosimile e, qualora fosse confermata, non esiteremmo a respingerla». È quanto dichiarano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti a seguito dell’incontro di ieri con Tirrenia-Cin, che collega tali decisioni alla scadenza della convenzione ministeriale che sovvenziona la continuità territoriale di diverse linee ed a una riorganizzazione aziendale. «Abbiamo già proclamato lo stato di agitazione - proseguono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti - ed avviato le procedure per lo sciopero, che sarà inevitabile se l’azienda persevererà in tale percorso».

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