Messina (Assarmatori): “Napoli e Salerno hanno bisogno di grandi opere”
“Dal molo Beverello alla Stazione Marittima, sono molte le infrastrutture che necessitano di interventi”

«A Napoli e Salerno c’è una leggera ripresa - dice Stefano Messina, presidente di Assarmatori - che però è ancora ben distante dai livelli pre-pandemia. Nel primo semestre del 2021, secondo i dati forniti dall’Autorità di sistema Portuale del Mare Tirreno Centrale, nei porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia sono stati movimentati 16,5 milioni di tonnellate di merce, ossia il 12,6% in più di quante ne erano state movimentate nello stesso periodo dell’anno precedente, che però era proprio quello in cui gli effetti della pandemia sono stati più duri. In leggera ripresa è anche il traffico passeggeri, nel primo semestre il totale dei passeggeri imbarcati e sbarcati in questi porti è stato di circa 1 milione e 325 mila unità, lo scorso anno avevano di poco superato il milione. Poi sappiamo che a luglio c’è stato un buon traffico, salito ancora ad agosto e poi tornato a calare da settembre. Come è ovvio vista la forte stagionalità del traffico turistico. Ma per recuperare i livelli del 2019 ci vuole ancora tanto».
Quanto e in che modi la portualità campana è stata penalizzata dal coronavirus e dalla crisi che ha colpito l’intero tessuto produttivo mondiale?
«Molto, come e forse anche più degli altri porti, visto che il golfo di Napoli è una delle aree al mondo con il maggior traffico marittimo di corto raggio. Le compagnie che assicurano i collegamenti litoranei e con le isole campane e anche quelle attive nei collegamenti con le isole maggiori hanno perso nel 2020 oltre la metà del fatturato e i ristori, soprattutto per il corto raggio, nonostante siano stati previsti in ben tre provvedimenti legislativi non sono ancora arrivati. Ora speriamo davvero di poterli a breve portare a casa. Ma la situazione è stata ed è ancora dura».
Quale è il potenziale impatto del Pnrr sullo sviluppo dei traffici dei porti di Napoli e Salerno?
«Per i traghetti ci sarà parte del fondo di 500 milioni per il refitting o per la costruzione di nuove navi green. Il porto potrà contare sui fondi per l’elettrificazione delle banchine e sugli stanziamenti per l’intermodalità ferroviaria. Ma dipende dai piani che si darà l’Autorità di sistema, stiamo tutti aspettando il documento di Pianificazione strategica di sistema, che però ancora non c’è. Il nuovo Presidente Andrea Annunziata è un professionista serio e d’esperienza, ma la situazione campana è molto complicata, c’è bisogno di grandi opere di adeguamento e ammodernamento e c’è bisogno anche di grandi progetti per favorire l’accessibilità ai porti e la viabilità, compromessa a Napoli forse ancora di più di quella di Genova. E’ chiaro che c’è bisogno di uno sforzo comune di tutti, Comuni e Regione compresi».
Parliamo di infrastrutture. Quali sono le opere necessarie, in ottica futura, allo sviluppo della portualità campana?
«Sono tante, come dicevo prima è tutto il sistema portuale ma non solo che necessita di interventi. Serve - spiega l’armatore e terminalista genovese - intervenire sui raccordi ferroviari, a Napoli il molo San Vincenzo è ancora chiuso al pubblico, il molo Beverello ha bisogno di banchine in cui i mezzi veloci possano attraccare di lato e non di poppa, la Stazione Marittima, il cui restyling era stato deciso e finanziato ben prima della pandemia, è ancora alla fase iniziale dei lavori e nel frattempo le biglietterie sono ancora nel caos della collocazione provvisoria. Ci sono poi problemi simili nello scalo di Salerno e poi c’è il grande tema dello stoccaggio dei carburanti meno inquinanti, come il Gnl. A questo punto aspettiamo un piano e su quello ci confronteremo per capire come potranno evolvere tutte una serie di situazioni».
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