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Cina, stop alle importazioni di rifiuti solidi

Pechino - La Cina non vuole più essere la discarica del mondo. Pechino ha così chiuso all’importazioni degli scarti industriali e conta di emettere un divieto permanente entro il 2020. Il governo alla fine di giugno ha emanato una serie di direttive per abbassare il livello di inquinamento del suolo e dell’aria

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Pechino - La Cina non vuole più essere la discarica del mondo. Pechino ha così chiuso all’importazioni degli scarti industriali e conta di emettere un divieto permanente entro il 2020.

Il governo alla fine di giugno ha emanato una serie di direttive per abbassare il livello di inquinamento del suolo e dell’aria: «Lo stop completo alle importazioni di rifiuti solidi avverrà entro due anni» hanno annunciato i media locali. Per alcuni settori, anche industriali, americani ed europei è un problema epocale. Nel 2016 la Cina, secondo i dati dell’Isri, l’Institute of Scrap Recycling Industries, ha importato quasi 30 milioni di tonnellate di carta da macero. Per l’industria del riciclo mondiale lo stop rappresenta la chiusura del mercato più importante. Due anni fa, più di 3 milioni di tonnellate di scarti della lavorazione dei cuscinetti di rame sono finiti in Cina e quasi 1 milione di tonnellate di plastica solo dagli Stati Uniti. Una quantità enorme di rifiuti di diverso genere che ora dovrà trovare un’altra discarica. Molti produttori si stanno già adeguando, altri pensano ad una diversa strategia: chi produce in Cina non è toccato dal problema. Gli scarti domestici non sono toccati dalle nuove norme. Pechino forse con questa serie di leggi green spera in una nuova ondata di delocalizzazione magari già a partire dai primi mesi del 2021.

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