Msc e il fondo Gip: treni e rimorchiatori, un patto per gestire la logistica in Italia
In genere, le acquisizioni nelle quali Msc è tirata dentro dalle indiscrezioni finanziarie raramente si trasformano in realtà. Molto più spesso, accade che si concretizzino operazioni fulminee in cui il gruppo guidato da Gianluigi Aponte si presenta da protagonista
di Alberto Quarati
Due treni della Medway
Genova – In genere, le acquisizioni nelle quali Msc è tirata dentro dalle indiscrezioni finanziarie raramente si trasformano in realtà. Molto più spesso, accade che si concretizzino operazioni fulminee in cui il gruppo guidato da Gianluigi Aponte si presenta da protagonista, o annunciando il proprio interesse nel caso delle questioni più delicate (il dossier Ita), oppure comunicando il contratto a cose fatte (quasi sempre).
Ma le indiscrezioni relative all’attenzione del primo armatore del mondo sull’operatore ferroviario Italo-Ntv hanno fatto alzare più di un antenna sia nel mondo della finanza che in quello dei trasporti: perché il negoziato che potrebbe aprirsi tra l’attuale proprietario al 73% Global Infrastrucuture Partnters (Gip) e Mediterranean Shipping Company per la costituzione di una società ad hoc e compartecipata per la gestione dei treni ad alta velocità sulla Milano-Roma non vedrebbe seduti al tavolo due sconosciuti.
Anzi: Gip, fondo statunitense tra i più grandi al mondo nel settore delle infrastrutture, è già sin dal 2013 azionista di minoranza della Terminal Investment Limited (Til), cioè la società terminalistica di Msc, che controlla 40 porti in tutto il mondo, compresi ad esempio il Terminal Bettolo di Genova e metà del Trieste Marine Terminal (anche qui, il gruppo avrebbe sostanzialmente chiuso la trattativa con l’altro azionista, la società To Delta, per salire all’80% delle quote, ma per il momento non ci sono riscontri ufficiali).
Per inciso, il terzo azionista di Til-Msc è la Gic (Global Inveatment Corporation), fondo sovrano di Singapore come la Temasek, cioè la holding che controlla anche Psa, tra i primi terminalisti al mondo per volumi (e principale operatore portuale a Genova) e spesso alleata di Msc nel mondo, è il caso ad esempio del Terminal Mpet di Anversa, la più grossa infrastruttura di questo tipo in Europa.
Non solo, ma Alistair Baillie, presidente di Msc-Til fino al 2020, era entrato in azienda nel 2013 arrivando da una controllata al 100% di Gip, la International Ports Holdings (Iph): ex manager del colosso P&O Ports, Baillie, uomo di Gip, è stato in buona parte garante del successo di Msc come terminalista.
Ma siccome la catena logistica è fatta di tanti anelli, sono in molti a scommettere che l’eventuale ingresso di Msc al fianco di Gip in una gestione di Italo non si limiterà unicamente all’alta velocità dedicata ai passeggeri, ma andrà verso il business del trasporto merci, quindi treni e retroporti, cui il gruppo della famiglia Aponte guarda con grande attenzione e sul quale negli ultimi anni è cresciuto vistosamente in Italia, passando ad esempio dall’utilizzo di un terzista (la Sogemar del gruppo Contship) per i treni organizzati dalla compagnia, a un vero e proprio vettore autonomo, con propri treni e struttura, cioè la Medway.
E in parte lo stesso processo Msc lo ha fatto anche con l’autotrasporto, spostando capacità dai terzisti a una flotta su gomma di proprietà. Gip sarebbe un solido partner per procedere nell’integrazione, perché ha uomini ed esperienza: è tra gli azionisti della Pacific National, che con oltre 570 locomotori è il principale operatore logistico australiano su ferro, e incidentalmente è pure azionista in diversi aeroporti, tra cui, a fianco dei francesi di Vinci, di Londra-Gatwick, dove ne controlla il 49,9%. Insomma, se dovesse ripartire il dossier Ita - auspicio espresso nei giorni scorsi anche dai partner della Lufthansa - Msc potrebbe vantare buoni amici anche nel mondo aeroportuale.
A questo si aggiungerebbe il tema dei servizi portuali, dove anche in questo caso Gip e Msc sono in pista per rilevare il 30% di Rimorchiatori Mediterranei messo in vendita dalla Deutsche Bank: se c’è un accordo su Italo, dicono fonti di settore, perché non trovare una quadra anche su un anello logistico così redditizio come quello dei servizi di rimorchio, magari con la stessa società-veicolo di Italo? Lo sbarco a terra è appena cominciato.
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