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Autotrasporto, nulla di fatto dall'incontro con Bellanova

«L'incontro di oggi al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, presieduto dalla viceministra Teresa Bellanova, si è concluso senza aver ancora prodotto i risultati tangibili» dicono dall'Unatras

A. Qua.
4 minuti di lettura

Genova - «L'incontro di oggi al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, presieduto dalla viceministra Teresa Bellanova, si è concluso senza aver ancora prodotto i risultati tangibili che Unatras e gli autotrasportatori che autonomamente hanno deciso di attuare azioni di protesta, si attendevano. Unatras - che rappresenta le associazioni più rilevanti dell' autotrasporto - riconferma la propria disponibilità a proseguire il confronto con le istituzioni, tenendo aperto il dialogo con le imprese per individuare le iniziative più efficaci e opportune per raggiungere le soluzioni auspicate dalla categoria». Lo rende noto il coordinamento. «Unatras, che non si riconosce minimamente nelle azioni di violenza che hanno avuto luogo in questi giorni, non esclude comunque il ricorso al fermo nazionale dei servizi, ma sempre nel rispetto delle regole e dei codici di autoregolamentazione», conclude la nota.

In molti parti del Paese, specialmente al Sud, si sono già manifestati numerosi fermi spontanei di conducenti esasperati dal caro-carburanti. Nella giornata di ieri e in quella di alcuni trasportatori hanno effettuato in Sicilia il blocco dei Tir per protestare contro l’aumento dei costi del gasolio. C’è stato un primo blocco ieri a San Gregorio, davanti allo svincolo per l’A18, e altri ne sono stati realizzati nella notte e altri ancora sono stati annunciati per le prossime ore sulle grandi vie di comunicazione da Catania a Ragusa, da Palermo a Messina.

Nelle ultime ore il mezzo di un’azienda ragusana è stato inseguito e bloccato alle porte di Gela, e sotto minaccia, sono state sottratte le chiavi e tagliati gli pneumatici: «Abbiamo già informato le autorità competenti sull’accaduto - spiega il presidente di Confagricoltura Ragusa, Antonino Pirrè - e chiediamo la sospensione immediata di una protesta, che seppur minoritaria e contenuta, sta costituendo un danno enorme alle imprese agricole del nostro territorio provinciale e regionale (in particolare quelle operanti nella filiera agroalimentare e florovivaistica), già alle prese con aumenti esorbitanti dei costi di produzione (in primis quelli per l’energia). Agli autotrasportatori e alle loro rappresentanze sindacali il nostro invito al senso di responsabilità, ipotizzando forme di protesta più simboliche che non ledono un’economia già provata e fragile. Bisogna trovare soluzioni a problemi che riguardano non solo i trasporti, ma il nostro sistema economico nella sua interezza, non provocarne degli altri, con l’aggravante dell’uso della violenza e della coercizione». «È un momento di grande tensione nell’autotrasporto con il rischio di un blocco in tutto il Sud. È incomprensibile una convocazione selettiva al Mims da parte del viceministro Bellanova. Non era mai accaduto prima -. Lo spiega Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito -. Questo non ha alcuna logica, perché gli autotrasportatori che protestano lo fanno in modo autonomo e non si riconoscono nella rappresentanza convocata al tavolo dalla Bellanova. Si tratta di proteste autonome, e si così si mettono a rischio gli approvvigionamenti al Sud. C’è un clima teso in Puglia e la Campania si sta preparando, così come la Sicilia e la Calabria. In tutto Centro-Sud il clima è teso, perché gli autotrasportatori sono più colpiti per la maggior spesa sul carburante». «Le proteste contro il caro energia e i blocchi alla circolazione promossi in Sicilia da alcune associazioni autonome che stanno agendo in solitudine rischiano di evolvere ulteriormente e di danneggiare sempre più l'intero settore del trasporto e della logistica, causando ripercussioni anche sulla stabilità dei cicli produttivi e distributivi. Per questa ragione, l’Alis continua a mantenere una posizione di netta distanza da forme di sciopero che alimentano tensioni sociali nell’intero territorio siciliano e in tutta Italia».

Così il vicepresidente di Alis Marcello Di Caterina. «Pur comprendendo le notevoli difficoltà che i rincari dell'energia e dei carburanti stanno causando ad aziende ed operatori del comparto, non possiamo non tener conto che tale situazione è una diretta conseguenza dello scenario economico globale. Pertanto ribadiamo la necessità di proseguire un dialogo costruttivo tra imprese ed Istituzioni ed accogliamo con favore la proposta, avanzata da alcuni deputati, di avviare al più presto un ciclo di audizioni presso la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati non solo con le sigle sindacali, ma con tutte quelle associazioni di categoria che rappresentano il settore e che intendono trovare soluzioni rapide e serie per evitare tensioni e salvaguardare l'intera filiera logistica, senza causare danni alla collettività». «Con il perdurare del blocco degli autotrasporti, l’economia agricola di un vastissimo comprensorio rischia il collasso. Pur condividendo le preoccupazioni e le ragioni degli autotrasportatori, strozzati come noi dal caro energia, dobbiamo evitare che al danno dell’aumento spropositato delle tariffe energetiche si aggiunga la beffa della perdita di ingenti quantitativi di frutta e verdura già pronta per essere immessa sui mercati italiani ed esteri».

Così i rappresentanti di Cia, Confagricoltura, Consorzio Arancia Rossa di Sicilia Igp, Fruitimprese di Catania, che stamane hanno inviato una lettera al prefetto Maria Carmela Librizzi. «Riteniamo che la risposta all’aumento dei costi per il trasporto e per la produzione non è il blocco totale dell'economia che rischia di affossare l’intero comparto agricolo siciliano a tutto vantaggio dei nostri competitor italiani ed europei - aggiungono -. Chiediamo un gesto di buonsenso agli autotrasportatori e una mediazione che porti allo sblocco della situazione in tempi brevi. Non possiamo permetterci di far marcire tonnellate di merce coltivata a costo di grandi sacrifici e non possiamo sostenere altri costi che darebbero un colpo mortale alle aziende agricole siciliane». «Il caro gasolio sta mettendo in ginocchio la categoria dell’autotrasporto e con essa l’intera logistica nazionale. Il rischio di blocchi e tensioni sociali si fa di giorno in giorno più concreto. La Lega ritiene opportuno che si programmi immediatamente un ciclo di audizioni, con l’apertura di un tavolo sul settore in sede parlamentare oltre che governativa. Incontri che in prima battuta dovranno svolgersi in commissione Trasporti alla Camera col coinvolgimento di tutte le sigle sindacali del comparto». Lo dicono i deputati della Lega Elena Maccanti, capogruppo in Commissione Trasporti, ed Edoardo Rixi, responsabile dipartimento Infrastrutture. «Stiamo attraversando una crisi senza precedenti e il settore dell’autotrasporto lancia l’allarme sull’ormai insostenibile situazione del caro gasolio. Un grido che non può rimanere inascoltato - è quanto dicono i rappresentanti del Movimento 5 Stelle in commissione Trasporti -. I rincari sono così elevati che alcuni autotrasportatori quasi preferiscono tenere fermi i mezzi con inevitabili ripercussioni sull'intero sistema economico. Una situazione che si aggiunge alla già cronica mancanza di autisti e per i quali nel dl Milleproroghe abbiamo inserito un emendamento per facilitare l’ottenimento delle patenti per l’autotrasporto, con particolare riguardo ai giovani. Se si ferma la logistica - proseguono - rischiamo di non avere merci a sufficienza nei supermercati o carenza di materie prime nelle aziende. Aziende che durante la fase più dura della pandemia hanno assicurato un servizio essenziale per l'intero Paese. Serve una risposta e serve ora. Proprio per questo chiederemo urgenti audizioni in Commissione con tutti gli attori in campo, dalle rappresentanze di categoria agli esponenti del governo. Dobbiamo scongiurare un blocco dell’intero comparto, e in questo senso è necessario convocare quanto prima anche un tavolo tecnico per affrontare con risposte concrete una crisi che rischia di esplodere da un giorno all’altro».

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